• TENTAZIONE NEL DESERTO

Luca 4, 1-13
[1]
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto [2]dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. [3]Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. [4]Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo“. [5]Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: [6]“Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. [7]Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo”. [8]Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai“. [9]Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; [10]sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordine per te,

perché essi ti custodiscano;[11] e anche:
essi ti sosterranno con le mani,

perché il tuo piede non inciampi in una pietra“.[12]

Gesù gli rispose: “E’ stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo“. [13] Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

Duccio di Buoninsegna – Tentazione sulla montagna (Frick CollectionNew York) – Wikipedia, pubblico dominio

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RIFLESSIONE:

Alla tentazione fisica, però, Satana aggiunge un altro tocco di grande forza persuasiva: il riferimento all’amor proprio: “Se sei figlio di Dio…“. Elemento che tornerà nella seconda tentazione, ma non nella terza. E il motivo è semplice: il diavolo non si arrende facilmente, e torna all’attacco anche dopo essere stato vinto, ma non con la stessa arma. Quando vede che una certa strategia è inefficace con una persona determinata, cambia metodo, finché trova quello giusto. Così, il riferimento all’amor proprio, fallito nelle prime due tentazioni, non ritorna più nella terza.
Quanto al richiamo all’amor proprio, è un indizio di grande valore nel discernimento dei propri pensieri: Satana riesce ad avere un qualche potere sulla psiche umana, quando i pensieri della persona ruotano intorno alle necessità o ai bisogni del proprio “io”. Dobbiamo sapere di essere in grande pericolo, quando i nostri pensieri ci riportano con insistenza a tematiche relative ai seguenti ambiti: le cose che io mi aspetto che gli altri dovrebbero fare per me, il riconoscimento e la valorizzazione dei miei doni e delle mie capacità, l’attesa di una risposta e una gratitudine adeguate ai benefici che gli altri hanno ricevuto da me, la consolazione e le attenzioni che dovrei ricevere dagli altri quando soffro, ecc… Tutto questo nasconde una grande trappola: quella di essere condotti al ripiegamento su se stessi, fino al rischio dell’isolamento totale dalla comunità cristiana.
Ed è proprio a questo traguardo che Satana vuole arrivare, sussurrando alle orecchie della sua vittima parole di falsa benevolenza: “Non vedi come sono tutti ingiusti con te? Non vedi come la comunità non dà ascolto ai tuoi saggi consigli? Non vedi come i tuoi carismi non vengono riconosciuti e valorizzati?“.
A poco a poco, dando ascolto a questa voce, la persona cessa di vedere intorno a sé dei fratelli e comincia a vedere dei nemici. A questo punto, Satana è perfino capace di accecare la persona, tanto da nascondere l’amore che è sotto ai suoi occhi.

Questa prima tentazione contiene anche un riferimento alla logica del potere, che sta alla base di ogni pensiero suggerito dal maligno: “Di’ che queste pietre diventino pane” equivale a dire: “Metti il tuo potere al servizio dei tuoi bisogni personali“.

In questo modo, il servizio alla persona umana, si muta in un esercizio di potere.
Cristo rifiuta fin dall’inizio questa logica: nel vangelo Egli non compie mai un miracolo per Sé Stesso. La rifiuterà anche alla fine, quando, sulla croce, gli chiederanno di scendere per dimostrare di essere ciò che aveva detto. Se lo avesse fatto, gli avrebbero senz’altro creduto, ma non sarebbe stato un atto autentico di fede, perché privo di libertà: Cristo infatti non vuole essere creduto in forza della manifestazione della sua potenza. Egli vuole piuttosto che sia liberamente accettato come valido il suo stile di vita.
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Stralcio testo tratto dalla pagina: cristomaestro.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…
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