Quando Teresa entrò al Carmelo, la priora era Madre Maria di Gonzaga, una figura che la storia avrebbe poi discusso a lungo. Autorevole, talvolta dura, spesso accusata di severità e favoritismi, Madre Gonzaga è stata vista da molti come un ostacolo nella vita della giovane carmelitana. Alcuni, addirittura, arrivarono a imputarle responsabilità nella malattia e nella morte precoce di Teresa.

Teresa ai piedi di Leone XIII, riproduzione di un dipinto di Céline Martin – Wikipedia, pubblico dominio

Eppure la realtà è più complessa. Al di là dei giudizi duri tramandati nel tempo, non mancano episodi che mostrano nella priora anche buon senso e una vena di ironia. Si racconta, ad esempio, che una consorella, uscita in lacrime dal confessionale dopo essere stata duramente ammonita dal cappellano, corse a lamentarsi da Madre Gonzaga. Lei, con sorprendente prontezza, rispose:
«Stia tranquilla, io li ho già tutti e due i piedi all’inferno
Una battuta amara ma disarmante, che ridimensionava la severità dei predicatori del tempo e riportava pace in un contesto segnato dal timore del peccato e dall’influenza del giansenismo.

Anche Teresa, durante i ritiri predicati da confessori severi, fu attraversata da forti turbamenti, fino a chiedersi se davvero esistesse il Paradiso. Ma proprio in quelle notti oscure, iniziava a maturare in lei la certezza che la santità non si costruisce sul terrore, bensì sull’amore.

Le tensioni e i momenti difficili vissuti sotto la guida di Madre Gonzaga non furono inutili: diventarono per Teresa un banco di prova che la spinse ad abbandonarsi sempre di più a Dio. In quelle prove germogliava già la sua “piccola via”, fatta di fiducia e abbandono.

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