A diciassette anni, Teresa era la più giovane del Carmelo di Lisieux. Eppure, già allora, chi la osservava vedeva in lei qualcosa di straordinario. Madre Maria di Gonzaga, priora del convento, scrisse di lei in una lettera:
«Questo angelo di fanciulla ha diciassette anni e mezzo, ma la ragione di trent’anni, la perfezione religiosa d’una vecchia novizia consumata e il dominio di sé stessa: è una perfetta religiosa

Parole sorprendenti, se si pensa che Teresa era appena entrata e ancora stava muovendo i suoi primi passi nella vita claustrale. La sua serenità e la sua capacità di dominio interiore colpivano profondamente chi le stava accanto.

In quello stesso periodo, il Carmelo di Lisieux visse un momento importante: la morte di Madre Genoveffa di Santa Teresa, una delle fondatrici del monastero. Teresa, presente accanto al suo letto di morte, fu testimone di quell’ultimo respiro. Non provò subito emozioni forti, ma poi raccontò di aver ricevuto una gioia misteriosa, come se la santa morente le avesse lasciato in dono una parte della sua felicità celeste.

Stampa di Santa Teresa di Gesù Bambino, Storia di un’anima scritta da sola, Lisieux, Ufficio centrale di Lisieux – Wikipedia, pubblico dominio

Quel ricordo rimase indelebile nel cuore di Teresa e divenne per lei una lezione silenziosa sulla santità vissuta nell’umiltà e nel nascondimento.

Così, tra la stima delle consorelle e gli esempi delle anziane carmelitane, Teresa cresceva nel suo cammino. Non cercava la grandezza esteriore, ma quella via nascosta che un giorno avrebbe chiamato la sua “piccola via”.

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