Le scoperte sono state sconcertanti: gli oceani si aprono e si chiudono, i continenti vanno alla deriva separandosi da una parte e scontrandosi dall’altra in titaniche collisioni.
Il segno infausto veniva esaminato ed interpretato dagli indovini e dai sacerdoti i quali stabilivano penitenze e sacrifici per scongiurare futuri cataclismi non solo di natura geologica ma anche di ordine politico, sociale e militare.
I miti e le leggende parlano di animali mostruosi simili a quelli a noi familiari che vivono sottoterra.
La mitologia indù ad esempio immaginava otto possenti elefanti a fare da pilastri alla Terra; quando uno di loro si stancava scuoteva la testa (come in effetti fanno questi pachidermi) causando il terremoto. Altri animali venivano deputati a portare la Terra sul dorso: fra questi vi erano la tartaruga acquatica e un enorme pesce-gatto che viveva nel fango sotterraneo dove ogni tanto si agitava producendo un sussulto della Terra sovrastante. E fra tanti non poteva mancare anche un mito di natura erotica legato ad un focoso gigante sotterraneo che quando si accoppiava con la sua amata generava un terremoto.
Col passare del tempo in molte mitologie si venne affermando il concetto di divinità con complicati attributi e motivazioni umane. I membri di un’antica tribù peruviana pensavano che quando il loro dio visitava la Terra per contare gli uomini presenti, i suoi passi facevano tremare il suolo; per abbreviarne il compito i cittadini uscivano di corsa dalle case gridando: “Sono qui, sono qui!” introducendo nella mitologia il buon senso di abbandonare le fragili abitazioni in caso di terremoto.
Le divinità attraverso interventi di questo tipo mostravano la loro attenzione e il loro interesse per i fatti terreni. Con l’avvento del Cristianesimo le cose non cambiarono, anzi peggiorarono rafforzando l’alone di mistero e di magia che accompagnava il fenomeno.
Le cronache parlano di terremoti che seguirono al martirio di santi durante le persecuzioni dei cristiani e si legge in scritti medioevali che la morte e resurrezione di Gesù Cristo furono accompagnate da due violenti terremoti. Nei Vangeli la stessa fine del mondo è preannunciata da profezie apocalittiche collegate a sconvolgimenti tellurici.
Anche in epoca moderna, nonostante la sua spiegazione a livello scientifico, il cataclisma sismico è rimasto circondato dal mistero e alcune realtà culturali ancora oggi vedono in esso la collera della divinità stanca dei peccati degli uomini.
Il terremoto che colpì Lisbona il mattino del 1° novembre 1755 scosse la Cristianità non meno di quanto fece sobbalzare il suolo del Portogallo. I pii abitanti della capitale si trovavano in quel momento in chiesa a celebrare il giorno di Ognissanti e la chiesa crollò loro addosso. Coloro che si salvarono fuggirono sulla spiaggia giusto in tempo per essere travolti da enormi ondate provenienti dall’Atlantico.

Disegno raffigurante il terremoto di Lisbona: si nota la presenza di un maremoto e il divampare delle fiamme. – Wikipedia, pubblico dominio
Questo disastroso terremoto accompagnato dal maremoto e concluso da un enorme incendio che mandò in cenere meravigliosi tesori, magazzini ricolmi di preziosi abiti di seta, mobili di pregio e dipinti di artisti famosi trovò infine d’accordo il potere politico e quello religioso nell’istituire un “auto da fè” (atto di fede) che consisteva nel macabro rituale, da parte dell’Inquisizione, di ardere a fuoco lento alcuni eretici….
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Stralcio testo tratto da un articolo di Antonio Maria Vecchia pubblicato nella pagina digilander.libero.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…
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