Figura antica e misteriosa, Tiberino è una divinità fluviale strettamente legata al Tevere, fiume sacro e fondamentale nella storia di Roma. Le sue origini, come accade spesso nella mitologia romana, si intrecciano con molteplici leggende e tradizioni locali.
Le fonti antiche non concordano sull’identità storica di Tiberino. Secondo una versione, era figlio di Giano e Camese; secondo un’altra, re di Alba Longa e del popolo degli Aborigeni. In ambito etrusco, è conosciuto anche con il nome di Thybris, e sarebbe stato sovrano a Veio.
La leggenda narra che Tiberino morì annegato nel fiume, o forse fu ucciso nelle sue vicinanze, e che da quel momento il fiume, fino ad allora chiamato Albula, prese il suo nome. Così il Tevere divenne non solo un corso d’acqua, ma una divinità viva e venerata.

Grande scultura rappresentante il fiume Tevere – Museo del Louvre, Parigi – Wikipedia, pubblico dominio
Tiberino è anche legato alla leggenda della fondazione di Roma. In alcune versioni del mito, viene identificato come marito di Ilia (Rea Silvia), la madre di Romolo e Remo. Il suo culto, secondo la tradizione, sarebbe stato introdotto da Romolo stesso, anche se non compare nei più antichi calendari religiosi romani.
In certi contesti, Tiberino fu associato ad altre divinità fluviali come Portuno (protettore dei porti) o Volturno. In effetti, il Tevere acquisì un ruolo centrale nella religione e nella politica di Roma solo quando la città riuscì a controllarne entrambe le sponde.
Il culto di Tiberino è attestato nei Fasti Amiternini e Anziati, che ricordano un sacrificio rituale l’8 dicembre a lui e a Gaia, in memoria della dedicazione di un tempio sull’Isola Tiberina, luogo sacro fin dall’antichità.
Tiberino era probabilmente incluso nelle preghiere ufficiali dei pontefici e degli auguri, e veniva onorato con l’appellativo di “pater”, che compare anche in numerose iscrizioni religiose e votive.
Nell’iconografia romana, il dio veniva rappresentato secondo i canoni ellenistici delle personificazioni fluviali: figura distesa, con corna di toro, spesso affiancato da simboli dell’acqua o della navigazione.
Il dio appare anche nell’ottavo libro dell’Eneide di Virgilio. In sogno, si manifesta a Enea, rassicurandolo sulle sorti dei Troiani e guidandolo nella sua missione. È Tiberino a rivelargli dove fondare la città di Lavinio, preannunciando anche la futura nascita di Alba Longa da parte del figlio Ascanio, e infine la fondazione stessa di Roma.
Tiberino non è soltanto una figura mitica: è l’incarnazione del legame sacro tra Roma e il suo fiume, tra natura e civiltà. Nel suo corso maestoso, il Tevere portava vita, confini, scambi… ma anche protezione divina. In lui si riflettevano la fertilità della terra, la potenza del regno, e il destino stesso di Roma.
,
.