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Ulisse

Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.

Umberto Saba

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La poesia è una metafora della vita e gli elementi presenti (il mare, gli isolotti scivolosi al sole…) hanno un significato simbolico, es. gli isolotti scivolati al sole…, alludono alla compresenza della bellezza e del dolore nella vita che rendono difficile il cammino della vita, cammino che però, secondo Saba, va sempre affrontato.

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La lirica è una coraggiosa accettazione della vita che ha i suoi punti fermi, simboleggianti nel porto illuminato, ma è soprattutto ricerca incessante navigazione verso l’ignoto.
Infatti Saba come Ulisse, è approdato nella sua Itaca, ha cioè trovato se stesso, ma questa è solo un punto di riferimento che il suo spirito ribelle guarda da lontano prendendo forza da esso per poi riprendere ancora il mare verso la terra di nessuno che è il suo regno.

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Stralcio testo tratto dalla pagina antelitteram.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura… (testo rilasciato con licenza CC BY-NC-ND 2.5 IT)

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