Come ci narra Pausania, quando nella città di Argo regnava Crotopo, sua figlia Psamate ebbe un figlio da Apollo: Lino.
Per vergogna e timore della reazione del padre, abbandonò il neonato all’aperto che venne dilaniato da alcuni cani del gregge di Crotopo stesso.

Apollo, adirato, mandò un mostro marino chiamato Pena (in greco antico Ποινὴν, «Punizione»), che strappava i figli alle madri, uccidendoli. Fu proprio Corebo che, volendo fare cosa gradita agli Argivi, affrontò il mostro e lo uccise. Apollo a questo punto mandò una pestilenza che continuò ad affliggere gli abitanti e Corebo si risolse ad andare di sua volontà a Delfi, per chiedere all’oracolo cosa potesse calmare l’ira di Apollo.

Camillo Miola (Biacca)- L’oracolo (La Pizia)- Getty Center, Los Angeles – Wikipedia, pubblico dominio

La Pizia non gli consentì di rientrare nella città di Argo, ma gli comandò di prendere un tripode dal santuario e di abitare e costruire un tempio ad Apollo proprio nel luogo dove il tripode gli fosse caduto di mano. Il tripode gli cadde di mano proprio sul Monte Geranìa, dove prese dimora e fondò la città di Tripodiskoi, (in greco antico Τριποδίσκους), oggi ritenuto il nucleo antico della città di Megara.

Corebo ha la tomba nell’agorà di Megara, sempre secondo quanto riferisce sempre Pausania, e vi erano scritti versi elegiaci che raccontavano i particolari della storia. Sulla tomba c’è proprio una scultura a ricordare Corebo che uccide la Pena.

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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