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Nel cuore della città di Trani, all’interno del maestoso Duomo dedicato a Maria Santissima Assunta, è custodita una preziosa reliquia che testimonia un miracolo eucaristico, risalente a circa mille anni fa.

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Secondo la tradizione, una donna ebrea che abitava nei pressi della chiesa, con l’aiuto di una cristiana compiacente, riuscì un giorno a introdursi in una celebrazione eucaristica fingendosi devota. Si mescolò ai fedeli e, senza destare sospetti, si accostò alla comunione con un intento blasfemo: profanare l’ostia consacrata.

Ricevuta la particola dal sacerdote, invece di consumarla, la nascose in un panno e, con atteggiamento disinvolto, tornò a casa. Il suo scopo era quello di oltraggiare il mistero dell’Eucaristia, irridendo la fede cristiana in modo sacrilego e deliberato.

Giunta nella sua abitazione, mise in atto il suo piano. Accese il fuoco, versò dell’olio in una padella e, una volta che l’olio cominciò a friggere, vi immerse la santa ostia.

Antica rappresentazione del miracolo Eucaristico (Wikipedia – Pubblico dominio)

Secondo la cronaca riportata da Fra Bartolomeo Campi nel suo libro L’innamorato di Gesù Cristo (1625), avvenne allora un fatto straordinario:

“A contatto con l’olio bollente, la particola divenne carne sanguinolenta, e il sangue cominciò a scorrere fuori dalla padella, allagando tutta la casa.”

Atterrita dalla scena, la donna fu colta da un tremore profondo. In un primo momento tentò di nascondere il sacrilegio, ma di fronte all’evidenza del prodigio e presa dal rimorso, si lasciò andare a lacrime e grida disperate. Le sue urla attirarono l’attenzione dei vicini, che accorsero in massa, assistendo increduli a ciò che stava accadendo.

La notizia si diffuse rapidamente in tutta la città. Alcuni corsero ad avvisare il Vescovo, che si recò sul posto, profondamente colpito. Dopo un gesto di adorazione e preghiera, il pastore decise di organizzare una solenne processione penitenziale per riparare l’atto sacrilego.

I resti dell’ostia furono raccolti con grande devozione e portati in Duomo, seguiti da una folla crescente, silenziosa e commossa, che accompagnò la reliquia fino alla cattedrale, dove fu collocata e custodita con la massima venerazione.

Fra Bartolomeo testimonia che ogni anno, la domenica delle Palme, questa reliquia viene mostrata pubblicamente ai fedeli. Nel 1706, la casa dove era avvenuto il miracolo fu trasformata in una cappella dedicata al Santissimo Salvatore.

La santa reliquia fu collocata all’interno di uno splendido reliquiario d’argento, donato nel 1616 dal nobile tranese Fabrizio de Cunio. Il reliquiario ha la forma di una piccola casetta con quattro colonnine sormontate da una cupoletta. Al centro si trova un tubicino di cristallo, al cui interno, tra morbida ovatta, sono visibili due frammenti dell’ostia “fritta”: uno di colore bruno-nerastro nella parte superiore, l’altro bruno-rossastro e lucente in quella inferiore.

Nel corso dei secoli, la reliquia è stata sottoposta a diversi esami e verifiche, che hanno confermato la straordinarietà del fenomeno. Tutte le indagini storiche e religiose riconobbero il miracolo eucaristico, che ancora oggi suscita meraviglia e devozione tra i fedeli.

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