Santa Cristina di Bolsena, nota anche come Cristina di Tiro, fu una giovane martire cristiana vissuta intorno al 200 d.C., sotto l’impero di Settimio Severo.

Santa Cristina di Bolsena, scultura di Moriz Schlachter, chiesa parrocchiale di Santa Cristina, Ravensburg – Wikipedia, pubblico dominio
Secondo la tradizione, fu torturata e uccisa per la sua fede, dopo essersi rifiutata di rinunciare al cristianesimo, nonostante le pressioni del padre Urbano, ufficiale imperiale.
La sua storia, in gran parte leggendaria, racconta di una bambina di undici anni rinchiusa in una torre con dodici ancelle, nel tentativo di proteggerla, o meglio, controllarla. Alla morte del padre, le autorità continuarono a perseguitarla fino al martirio.
Le prime testimonianze del culto di Santa Cristina risalgono al IV secolo, quando a Bolsena sorse un cimitero cristiano intorno al suo sepolcro. La città la venera come patrona e ogni 24 luglio commemora il suo sacrificio.
La sua tomba divenne da subito meta di pellegrinaggi, alimentando la memoria del martirio nei secoli successivi.
Grazie alla posizione del Santuario di Santa Cristina sulla via Cassia, il culto si diffuse rapidamente in tutto il mondo cristiano. La sua immagine appare già nel VI secolo nei mosaici di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. In epoca medievale, i pellegrini lungo la via Francigena contribuirono ulteriormente alla diffusione della devozione.
Un celebre miracolo legato alla santa risale al 1263: un sacerdote straniero, durante la messa sulla sua tomba, vide l’ostia trasformarsi in carne, liberandosi così dal dubbio sulla reale presenza di Cristo nell’Eucaristia.
Cristina è detta anche “la santa del lago”: per secoli, il lago di Bolsena portò il suo nome. I paesi rivieraschi contribuivano alla sua festa con un tributo di pescato. Simbolicamente, è spesso raffigurata con una macina, legata al tentativo di annegarla, e con una freccia, l’arma che la uccise.
È patrona di mugnai, arcieri, balestrieri e bambini.

Santa Cristina di Bolsena. Palermo, Quattro canti (1608-1620), lato sud. – Wikipedia, Licenza Arte Libera
l suo corpo, secondo la tradizione, riposerebbe nella cattedrale di Palermo, nella Cappella delle Reliquie. Una reliquia fu donata nel 1991 alla chiesa madre di Santa Cristina Gela. Tuttavia, un’altra versione afferma che il corpo si trovi a Toffia, in Sabina.

La parte orientale della cattedrale di Palermo in stile arabo-normanno – Wikipedia, pubblico dominio
L’unica reliquia autenticata è un osso dell’avambraccio conservato a Sepino (Campobasso). La leggenda racconta che, durante le crociate, alcuni pellegrini francesi trafugarono le ossa della santa da Bolsena. Fermatisi a Sepino, furono scoperti e costretti ad abbandonare lo scheletro. Alcune ossa furono in seguito portate a Palermo, ma oggi se ne è persa traccia.
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