
Jusepe de Ribera – San Giacomo il Maggiore – Wikipedia, pubblico dominio
Giacomo, detto il Maggiore per distinguerlo dall’omonimo figlio di Alfeo, era fratello di Giovanni, l’evangelista. Entrambi figli di Zebedeo, appartenevano a una famiglia di pescatori benestanti, con barche e servi, sulle rive del lago di Tiberiade. La madre, Salome, figura vivace ma forse non sempre discreta, un giorno osò chiedere a Gesù posti d’onore per i suoi due figli nel Regno dei Cieli. Alla loro dichiarata disponibilità a condividere la sorte del Maestro, gli altri dieci apostoli si indignarono. Ma fu proprio allora che Gesù chiarì la natura della sua missione: non per essere servito era venuto, ma per servire e donare la propria vita per la salvezza di molti (Mt 20).
Giacomo fu tra i più vicini a Gesù. Insieme a Pietro e a suo fratello Giovanni, fu testimone di momenti straordinari: la risurrezione della figlia di Giairo, la Trasfigurazione sul monte e la dolorosa veglia nel Getsemani. Questi tre discepoli formavano un cerchio intimo, i confidenti del Maestro.
Il Vangelo ci racconta con semplicità la chiamata di Giacomo: mentre lui e Giovanni, con il padre Zebedeo, riparavano le reti, Gesù li invitò a seguirlo. Senza esitare, lasciarono barca, reti e famiglia per rispondere a quella voce. Una scelta di radicale generosità, che Giacomo manterrà fino alla fine.

Albrecht Dürer – L’Apostolo Giacomo – Wikipedia, pubblico dominio
Dopo la Pentecoste, Giacomo il Maggiore predicò il Vangelo nella Giudea e in Samaria. Tuttavia, il suo apostolato terreno fu breve. Fu il primo degli apostoli a subire il martirio, mentre il fratello Giovanni sarebbe stato l’ultimo a morire.
Fu Erode Agrippa I a ordinare la sua decapitazione. Secondo la testimonianza di Clemente Alessandrino, la sua fermezza nella fede colpì profondamente perfino il carnefice, che si convertì sul posto e chiese perdono al santo. Giacomo lo abbracciò con le parole: “La pace sia con te“, e il carnefice morì anch’egli martire, decapitato accanto a lui.

Immagine di San Giacomo in “Le nuove canzoni dei pellegrini di San Giacomo”, pubblicata da Jean Spinola in Compostela. Incisione xilografica del XVIII secolo. – Wikipedia, pubblico dominio
La sua morte, avvenuta intorno all’anno 44, non fu un’interruzione, ma il compimento del disegno divino. Nella prospettiva cristiana, la vita dei santi non è mai tronca, e la loro morte, preziosa agli occhi di Dio (Sal 115,15), rivela spesso una pienezza che supera ogni logica umana. Le loro opere li seguono (Ap 14,13), e Dio stesso colma ogni apparente mancanza.
Per Giacomo, questa promessa si manifestò nella storia: divenne Patrono e Protettore della Spagna, guida spirituale di una nazione chiamata a difendere e diffondere la fede.
Fu invocato come intercessore durante la lunga Reconquista, e il grido “¡Santiago! ¡Santiago! ¡España, adelante!” accompagnò i cristiani nei secoli di lotta contro la dominazione musulmana, fino alla liberazione finale.
Anche dopo la Reconquista, la missione di Giacomo proseguì idealmente. Gli spagnoli che partirono verso il Nuovo Mondo, guidati da Colombo, Vasco da Gama, Albuquerque e altri esploratori, portando il Vangelo in terre sconosciute.
Alla luce di tutto questo, Giacomo potrebbe fare proprie le parole di san Paolo:
“Non mi ritengo inferiore ai più grandi degli apostoli, poiché, per la grazia di Dio, ho faticato più di tutti loro” (1 Cor 15,10).
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