(revesione agosto 2025)
Chiara nacque ad Assisi nel 1194 da una famiglia nobile: il padre, Favarone di Offreduccio di Bernardino, e la madre, Ortolana.
La tradizione racconta che, alla vigilia del parto, Ortolana si recò a pregare nella Cattedrale di San Rufino e udì una voce misteriosa che le disse:
“Donna, non temere: darai alla luce una chiara luce che illuminerà il mondo.”
Per questo la bambina fu chiamata Chiara e battezzata proprio in quella chiesa, cuore della sua infanzia e della sua formazione spirituale.

Raffaele Carloforti (1853-1901), La Cattedrale di San Rufino – Wikipedia, pubblico dominio
L’ambiente familiare era profondamente religioso. Ortolana educò le figlie alla fede e compì persino un pellegrinaggio in Terra Santa al seguito dei crociati.

Santa Chiara, affresco in San Daminao, Assisi – Wikipedia, pubblico dominio
L’esempio di San Francesco d’Assisi e la sua predicazione toccarono il cuore di Chiara, che condivideva il desiderio di rinunciare al mondo e dedicarsi totalmente alla vita contemplativa.
La notte dopo la Domenica delle Palme del 1212, Chiara, accompagnata dall’amica Pacifica di Guelfuccio, lasciò di nascosto la casa paterna per raggiungere Francesco e i suoi frati alla Porziuncola. Qui il Santo la vestì con il saio francescano, le tagliò i capelli in segno di consacrazione e la condusse presso le benedettine di S. Paolo a Bastia Umbra. Il padre tentò invano di riportarla a casa.
Su consiglio di Francesco, Chiara trovò rifugio nella piccola chiesa di San Damiano, che divenne la Casa Madre delle “Povere Dame recluse di San Damiano”, poi chiamate Clarisse dopo la sua morte.

Santa Chiara e alcune sue sorelle a San Damiano – Wikipedia, pubblico dominio
Chiara visse lì per 42 anni, spesso malata, accogliendo molte giovani, tra cui la madre Ortolana e le sorelle Agnese e Beatrice. Nel 1215 fu nominata badessa e Francesco le scrisse una prima Regola. L’Ordine si diffuse in tutta Europa.
Il cardinale Ugolino, legato pontificio, redasse una regola per i nuovi monasteri e ottenne per Chiara il privilegio della povertà, grazie al quale la comunità rinunciava a ogni possesso.
Nel 1243, durante un’incursione saracena, Chiara affrontò con coraggio i soldati, mettendoli in fuga. La sua fermezza, unita alla dolcezza e alla saggezza nel governare, le valsero la stima di vari Papi, che andarono personalmente a visitarla.

Assisi, Basilica di Santa Chiara- Wikipedia, pubblico dominio
La morte di Francesco e il fatto che alcuni monasteri accettassero beni e rendite furono per lei motivo di dolore. Gravemente malata, si batté fino alla fine per preservare la povertà assoluta nel suo convento, redigendo una Regola simile a quella dei Frati Minori. Questa fu approvata nel 1252 dal cardinale Rainaldo (futuro papa Alessandro IV) e, alla vigilia della sua morte, da Innocenzo IV, che si recò personalmente a San Damiano per consegnarle la bolla di conferma.
Chiara morì l’11 agosto 1253. Per lei, il Papa volle celebrare non l’ufficio dei morti, ma quello festivo delle vergini. Fu sepolta provvisoriamente a San Giorgio e, in seguito, le sue spoglie furono traslate nella basilica di Santa Chiara ad Assisi.
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