(revisione luglio 2025)
Nuove ricerche sull’enigmatico evento noto come “impatto del Dryas Recente” suggeriscono che, circa 12.800 anni fa, un cataclisma globale devastò il 10% delle terre emerse, spingendo la giovane civiltà umana sull’orlo dell’estinzione.
Noi siamo i discendenti di quei sopravvissuti. E oggi, miti antichi come il diluvio universale o le leggende di distruzioni planetarie iniziano ad assumere un inattesa verosimiglianza.

Raffigurazione di un evento d’impatto di grandi proporzioni. – Wikipedia, pubblico dominio
Un gruppo di 24 studiosi ha pubblicato due importanti studi che analizzano in dettaglio le conseguenze di quell’evento su scala planetaria. La ricerca, divisa in due volumi (Part I: Ice Cores and Glaciers e Part II: Lake, Marine, and Terrestrial Sediments) raccoglie dati da oltre 170 siti sparsi in tutto il mondo. Secondo il coautore Adrian Melott, fisico e professore emerito all’Università del Kansas, tutto ebbe inizio quando una cometa, larga circa 100 chilometri, entrò nel sistema solare e si frammentò in più parti.
I detriti cometari colpirono la Terra con tale violenza da scatenare incendi su scala continentale. Le fiamme distrussero un’enorme porzione delle terre emerse, sollevando nell’atmosfera ceneri e sostanze tossiche che oscurarono il Sole e causarono un repentino abbassamento delle temperature. Piante e animali morirono in massa, i ghiacciai avanzarono di nuovo, e le correnti oceaniche subirono un profondo mutamento, innescando un’era glaciale durata più di mille anni.

La Stele dell’avvoltoio ed altri reperti simboleggerebbero il grande cataclisma che colpì l’umanità. – Wikipedia – Göbekli Tepe, collina di insediamenti vicino a Şanlıurfa, Turchia sud-orientale, allegato D pilastro 43. Foto di Klaus-Peter Simon rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0
Nelle stratificazioni geologiche risalenti a quel periodo sono state rilevate tracce significative di composti come Diossine, Nitrati e Ammoniaca, indicatori chiari di un gigantesco rogo globale. “I dati suggeriscono che almeno il 10% della superficie terrestre sia stata ridotta in cenere. Una scala di distruzione impressionante”, afferma Melott.
Oltre ai danni ambientali, l’evento causò un drammatico assottigliamento dello strato di ozono, aumentando l’esposizione alle radiazioni ultraviolette e provocando un’impennata nei casi di tumori cutanei e altre gravi patologie. In questo contesto di caos e devastazione, la specie umana rischiò concretamente l’estinzione.
Se questi studi venissero definitivamente confermati, potrebbero offrire un importante sostegno alle teorie da tempo sostenute da ricercatori alternativi come Graham Hancock. Secondo Hancock, infatti, esisterebbe la possibilità che una civiltà avanzata, forse quella che le antiche tradizioni chiamano Atlantide, Mu o Lemuria, sia stata spazzata via da questo cataclisma. Le testimonianze rimasteci sarebbero sopravvissute sotto forma di miti, leggende e racconti tramandati oralmente nel tempo, come quello di Platone sulla fine di un continente perduto.
Nel suo libro Il ritorno degli dei, Hancock ipotizza che una civiltà evoluta prosperasse già durante l’ultima era glaciale, per poi scomparire a causa di un impatto cometario devastante. Secondo lui, alcuni dei monumenti e dei racconti lasciati dagli antichi servirebbero come avvertimento per le generazioni future: ciò che è già accaduto, potrebbe accadere di nuovo.
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