L’origine degli Etruschi resta ancora oggi un affascinante enigma. Secondo alcune teorie, provenivano dall’Asia Minore; altri studiosi li collocano tra le Alpi Retiche, mentre un’altra ipotesi li considera popolazioni autoctone, discendenti diretti della cultura villanoviana.

Versione italiana di una mappa che mostra l’estensione dell’Etruria e della civiltà etrusca. La mappa comprende le 12 città della Lega Etrusca e importanti città fondate dagli Etruschi. – Wikipedia, autore – From thumb|left|blank version rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0
La civiltà etrusca si sviluppò intorno al 700 a.C. e si spense progressivamente intorno al 250 a.C., con l’ascesa di Roma. In quei cinque secoli gli Etruschi si espansero su un’ampia area dell’Italia, diffondendosi in Toscana, Umbria, Lazio, Campania e nella Pianura Padana.
Tra le città etrusche più importanti ricordiamo Arezzo, Volterra, Perugia, Bologna (allora chiamata Felsina), Mantova, Capua, Nola, Pompei e Sorrento. Tuttavia, non esistette mai un vero stato etrusco unitario: le città erano legate tra loro da una confederazione, detta dodecapoli, che univa le dodici città principali. Questa alleanza aveva soprattutto un carattere culturale e religioso e si esprimeva attraverso riti comuni e feste, ma non prevedeva un aiuto reciproco in caso di difficoltà militari.
Le città erano governate da re chiamati lucumoni, assistiti da un consiglio di aristocratici, formando di fatto un governo di tipo oligarchico, cioè in mano a pochi.
Gli Etruschi costruivano le loro città in pianura o su dolci colline. Purtroppo restano poche tracce della loro architettura, ma tra queste spiccano alcune monumentali porte d’ingresso, costruite con la tecnica dell’arco, che introdussero per primi in Italia. Le strade erano disposte secondo uno schema regolare, con due assi principali: il cardo (nord-sud) e il decumano (est-ovest), un’impostazione urbanistica che influenzerà anche le città romane.
Abili navigatori e commercianti, gli Etruschi prosperarono grazie ai traffici marittimi con Sardegna, Sicilia e le coste di Francia, Spagna, Grecia e Africa. Si distinsero anche per la raffinata lavorazione dei metalli e per la qualità delle loro opere artigianali: splendide sculture in terracotta e bronzo, gioielli finemente cesellati e le celebri ceramiche nere chiamate buccheri. Amanti della musica, celebravano feste e rituali con danze gioiose.
La lingua etrusca rimane ancora oggi in gran parte indecifrata. Le testimonianze che ci sono giunte provengono quasi esclusivamente da iscrizioni funerarie e monumentali.

Kylix a figure rosse del secondo quarto del V secolo a.C., rinvenuta presso la necropoli etrusca di Vulci in provincia di Viterbo in Italia. Ora in mostra al Museo Archeologico Di Vulci. – Wikipedia, pubblico dominio.
Fin dall’antichità, sull’origine degli Etruschi sono fiorite numerose teorie.
Gli storici greci Erodoto ed Ellanico di Lesbo (V secolo a.C.) sostenevano un’origine orientale, dall’area del Mar Egeo.
Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.) proponeva invece l’ipotesi dell’autoctonia, secondo cui gli Etruschi erano nativi della penisola italica. Infine, lo storico romano Tito Livio suggerì una provenienza settentrionale.
Oggi alcuni studiosi moderni avanzano un’ipotesi di sintesi, ritenendo plausibile una coesistenza delle tre teorie. Tuttavia, recenti studi genetici condotti su campioni etruschi risalenti tra l’VIII e il III secolo a.C., grazie a moderne tecniche di sequenziamento del DNA (NGS), sembrano confermare la tesi di Dionigi di Alicarnasso, rafforzando quindi l’idea di un’origine autoctona.
.
.