I Cherubini sono spiriti celesti spesso menzionati nelle Sacre Scritture. L’etimologia del termine, secondo il teologo e biblista luterano Franz Delitzsch nel suo saggio Assyrisches Handwörterbuch, deriverebbe dall’assiro karâbu, che significa “grande” o “imponente”.

Il profeta Ezechiele li descrive come un gruppo di quattro creature viventi, ognuna con quattro volti: uno di leone, uno di bue, uno di aquila e uno umano. Hanno mani d’uomo, piedi di vitello e quattro ali. Due ali sono spiegate verso l’alto, in segno di sostegno al trono di Dio (Merkabah), mentre le altre due si estendono verso il basso.

Un cherubino (da un affresco del XVI secolo) che secondo l’iconografia cristiana tradizionale presenta una sembianza tetramorfa: uomo, leone, toro, aquila. – Wikipedia, pubblico dominio

Le loro ali emettono un fragore potente, “come la voce di Dio onnipotente quando parla” (Ezechiele 10:5), e sono spesso circondati dal fuoco, un elemento ricorrente anche nelle altre gerarchie angeliche superiori.

Accanto a loro si trovano misteriose “ruote ricoperte di occhi” (Ezechiele 10:9), identificate con gli Ōphannīm, ovvero gli angeli appartenenti alla gerarchia dei Troni.

Raffaello Sanzio – Visione di Ezechiele –Galleria Palatina – Opera propria, J1m1mayers, immagine rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

La loro presenza è strettamente legata a quella del Signore, che ne dirige il movimento con assoluta precisione. Il loro moto è regolare e “sempre dritto in avanti (…) e, andando, non si voltavano” (Ezechiele 1:12), a simboleggiare la perfezione degli ordini divini.

Non a caso, Dio stesso comanda a Mosè di scolpire due Cherubini a guardia dell’Arca dell’Alleanza, il simbolo della Sua presenza in mezzo a Israele, come descritto con minuzia in Esodo 25:18-21.

La loro prima apparizione avviene in Genesi 3:24, quando vengono posti a protezione del Giardino dell’Eden dopo la cacciata di Adamo ed Eva. Secondo tradizioni ebraiche risalenti al periodo post-esilico babilonese, i Cherubini furono tra le prime creature dell’universo, inizialmente privi di forma visibile, essendo parte integrante del trono divino (1 Samuele 4:4).

Immagine dal telescopio Hubble di una formazione stellare bipolare in cui sembrano immortalate le ali di un possente angelo avvolto in una nube celeste. – Wikipedia, pubblico dominio

È altamente probabile che, in tempi antichi, questi angeli fossero direttamente associati ai venti o ai turbini, come suggerito in 2 Samuele 22:11.

Per quanto riguarda le rappresentazioni dei Cherubini nel tempio, lo storico Tito Flavio Giuseppe (37 d.C. – 100 d.C.) afferma che nessuno conosce, né può immaginare, quale fosse la loro reale forma (Antichità Giudaiche, VIII 3, §3).
Diversamente, il filosofo Filone di Alessandria (20 a.C. – 45 d.C.) ipotizza che essi rappresentassero i due attributi supremi di Dio: la bontà e l’autorità (De Cherubini, X; De Vita Moysis, III:8).
Le fonti ebraiche, tuttavia, mostrano un approccio più archeologico che teologico riguardo questi esseri celesti.
Onkelos il Proselita (II secolo d.C.), ad esempio, scrive che “i cherubini avevano le loro teste piegate all’indietro, come un allievo separato dal suo maestro”. Questa interpretazione tenta di chiarire il significato del passo, in parte ambiguo, di Esodo 25:20: le facce dei cherubini erano rivolte verso il coperchio dell’Arca dell’Alleanza, ma allo stesso tempo i loro occhi si incontravano reciprocamente.

Per quanto riguarda la loro forma, un anonimo storico e archeologo ebraico del III secolo suggerisce che i Cherubini avessero l’aspetto di giovani fanciulli. Questa interpretazione potrebbe aver influenzato le successive rappresentazioni artistiche, portando alla nascita dell’iconografia dei putti, le figure angeliche infantili diffuse nell’arte sacra occidentale.

Due cherubini in un celebre dipinto di Raffaello. – Wikipedia, pubblico dominio

Cherubini e santi nella mistica cristiana

Nella devozione cristiana, i Cherubini occupano un ruolo di rilievo e vengono spesso associati ai quattro Evangelisti. Questi ultimi sono tradizionalmente identificati con i simboli del leone (Marco), del toro (Luca), dell’aquila (Giovanni) e dell’uomo (Matteo).
Così come i Cherubini furono posti a guardia della via per l’albero della vita, gli Evangelisti scrissero e custodirono i Vangeli, la via che conduce a Gesù, il vero Albero della Vita.

Nel XIV secolo, il beato Giovanni Ruysbroeck l’Ammirevole (1293–1381) descrisse i Cherubini come le creature celesti più simili al Signore, poiché risiedono costantemente davanti al Suo trono e partecipano alla lode incessante dei Serafini.

Immagine dello stendardo ufficiale della Santa Camilla Battista da Varano, conservato presso il Monastero di Santa Chiara di Camerino – Wikipedia – Autore: Jerzy Kumala, iconografo ufficiale dell’O.F.M. – Monastero Santa Chiara di Camerino ; immagine rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

Le apparizioni ai santi e alle mistiche

Secondo la tradizione, i Cherubini si manifestarono in diverse occasioni ai santi.

Nel XV secolo, la beata Camilla Battista Varano (1458–1524), clarissa di Camerino, li descrisse come adolescenti vestiti di bianco, con ali d’oro, che la proteggevano dalle insidie del demonio. Apparvero brandendo spade di fuoco, difendendola dagli assalti diabolici e rivelandole le astuzie del maligno. Lei stessa li definì “spade di Dio”.

In uno dei suoi scritti mistici, i Cherubini le svelarono la loro stretta connessione con i Serafini:
Essi mi dichiararono che erano così intimi con Dio, che Dio non stava né poteva stare senza di essi, né essi senza Dio. Mi spiegarono come i Serafini e i Cherubini fossero così uniti che gli uni non potevano mai andare senza gli altri verso l’anima. Mi dissero: ‘È ben vero che, in alcune anime, i Cherubini esercitano la sovranità, mentre in altre sono i Serafini. Ma nella tua anima, noi, Serafini, esercitiamo la sovranità, per questo tu provi più fuoco che luce’”.

Gianlorenzo Bernini – L’Estasi di Santa Teresa. Transetto occidentale di Santa Maria della Vittoria (XVII secolo) Roma. – Wikipedia, pubblico dominio

Anche Santa Teresa d’Avila (1515–1582) raccontò di aver visto e dialogato con Cherubini, i quali le apparivano sotto forma di giovani dal volto infiammato. Secondo i suoi scritti, fu proprio un Cherubino a trafiggerle simbolicamente il petto con un dardo infuocato, evento che avrebbe ispirato, alcuni decenni dopo, il celebre Gian Lorenzo Bernini nella realizzazione della scultura L’Estasi di Santa Teresa (1652), oggi conservata nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma.

Verso la fine del XIX secolo, la mistica tedesca Mechthild Schönwerth ricevette dall’Arcangelo Raffaele una rivelazione riguardo a un’ulteriore funzione dei Cherubini: essi sarebbero anche i protettori delle diocesi nei momenti difficili.

Nel XX secolo, sia San Pio da Pietrelcina (Padre Pio) sia i pastorelli di Fatima affermarono di aver avuto visioni di un Cherubino.

Nel 1918, Padre Pio descrisse un’entità celestiale con un’arma particolare:
Aveva in mano una specie di strumento, simile a una lunghissima lama di ferro dalla punta affilata, dalla quale sembrava uscire del fuoco“.

Nel 1917, durante la terza apparizione di Fatima, i tre pastorelli dissero di aver visto:
Alla sinistra di Nostra Signora, un po’ più in alto, un angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillava ed emetteva fiamme che sembravano dover incendiare il mondo“.

Rielilogando possiamo dire che i cherubini sono esseri angelici presenti nella tradizione religiosa ebraica, cristiana e islamica. Nella gerarchia angelica, sono considerati tra gli angeli più elevati e vicini a Dio. Il loro ruolo varia nelle diverse tradizioni, ma in generale sono associati alla protezione del divino e alla conoscenza.

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