Nel cuore della Torino ottocentesca, tra pericoli e minacce, San Giovanni Bosco si muoveva senza armi, fidando soltanto nella Provvidenza.
Ma in molte circostanze pericolose, accanto a lui comparve un compagno insolito e fedele: un cane grigio, grande, misterioso e silenzioso, noto semplicemente come “il Grigio”.

Nessuno sapeva da dove venisse. Appariva nei momenti di pericolo e spariva subito dopo. Ma la sua presenza, potente e provvidenziale, fu decisiva più volte nel proteggere Don Bosco da gravi aggressioni.

Fregio (1)

Era una sera del 1852. Don Bosco rientrava da solo da piazza Emanuele Filiberto, quando si accorse di essere seguito. Un uomo armato lo stava raggiungendo.
Nel tentativo di fuggire, il Santo corse verso l’Oratorio, ma all’incrocio con via Cottolengo vide altri uomini pronti a sbarrargli la strada.
Senza via di scampo, si fermò di colpo e colpì l’inseguitore con i gomiti, facendolo cadere. Ma gli altri lo stavano ormai circondando.
Fu allora che apparve il Grigio.
Il cane, gigantesco e ringhiante, si lanciò tra gli aggressori abbaiando furiosamente. I malintenzionati, terrorizzati, implorarono Don Bosco di calmarlo. Pochi attimi dopo, erano già spariti nel buio.
Don Bosco, ancora scosso ma illeso, rientrò a casa scortato dal suo silenzioso salvatore, che si lasciò accarezzare prima di svanire.


Un’altra sera nebbiosa, nel dicembre del 1854, Don Bosco camminava lungo una strada poco illuminata, nei pressi della Consolata. Si accorse di essere pedinato. Due uomini lo sorvegliavano, adeguando il passo al suo.
Quando cercò di tornare indietro, era troppo tardi: gli si lanciarono addosso, lo avvolsero in un mantello e tentarono di immobilizzarlo.
All’improvviso, un ringhio feroce squarciò il silenzio.
Il Grigio piombò sugli assalitori, li gettò nel fango, li colpì con forza, li umiliò con lo sguardo. I due, sporchi e terrorizzati, pregarono Don Bosco di intercedere per salvarli… non da Dio, ma dal cane!
Il Grigio si calmò solo quando i due si allontanarono, lasciando Don Bosco in pace.

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Una sera, Don Bosco stava per uscire per una commissione urgente. Mamma Margherita cercò di dissuaderlo, ma lui, sereno, si avviò insieme ad alcuni ragazzi dell’Oratorio.
Fuori dal cancello, il Grigio era sdraiato. Don Bosco esclamò con gioia:
“Ah, il Grigio! Ottima compagnia. Vieni con noi!”

Ma il cane non si mosse. Ringhiò, cupo, restando immobile. I ragazzi provarono a scuoterlo, ma lui reagì con maggiore intensità. A quel punto Mamma Margherita, preoccupata, disse: “Se non ascolti me, almeno ascolta il cane. Non uscire!”

Don Bosco tornò in casa. Poco dopo arrivò un vicino, affannato:
“Don Bosco, non uscite! Ci sono quattro uomini armati nei dintorni. Cercano voi!”

Il cane, ancora una volta, aveva fermato il Santo al momento giusto. Solo più tardi si scoprì che il pericolo era reale.

Fregio (1)

Nessuno seppe mai chi fosse quel cane, né da dove venisse. Appariva solo quando Don Bosco era in pericolo e spariva subito dopo.
Non mangiava, non dormiva, non si lasciava seguire.

Molti lo consideravano un angelo custode in forma animale, uno strumento della Provvidenza per proteggere un uomo chiamato a grandi opere.
Don Bosco non lo addestrò, né lo adottò. Eppure, il Grigio lo vegliò per anni, come un amico silenzioso e fedele. Poi, sparì per sempre, così come era venuto.

“Chi confida nella Provvidenza, non cammina mai da solo.” (Don Bosco)

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