Nei remoti tempi antichi, sulle sponde del caldo Lago di Battaglia (l’odierno Lago di Lispida, a Monticelli di Monselice), le sirene e i fauni uscivano in gruppo nelle notti d’estate per inseguire le lucciole e ammirare le colline, tornate rigogliose e fiorite. In una di queste notti di San Giovanni, il giovane conte Monticelli, gravemente malato alle gambe, si aggirava sconsolato lungo la riva. Dopo anni trascorsi fra medici e invocazioni ai santi, la sofferenza non accennava a placarsi, anzi peggiorava giorno dopo giorno.

Quella sera, disperato, aveva deciso di porre fine alle sue pene gettandosi nel lago. Avendo chiesto perdono a Dio e salutato in silenzio i suoi cari, si fermò sul bagnasciuga per un ultimo, mesto saluto alla sua terra.

Ma ecco apparirgli, dalle acque increspate, una sirena di bellezza soprannaturale. Con voce dolce e rassicurante, lo interrogò sulle ragioni del suo dolore. Il conte, rapito da quel fascino, le raccontò la sua storia.

La sirena lo incoraggiò a non perdere la speranza e gli svelò il segreto di un fango caldo, raccolto sul fondo del lago, capace di guarire ogni infermità. Senza esitare, Monticelli si tuffò e vi immerse le gambe: immediatamente sentì un vigore nuovo pervadere tutto il corpo. Salutato quel tepore miracoloso, ritornò a cercare la sua salvatrice sulle rive, ma ella si era già dileguata.

Nei giorni seguenti il conte la invocò invano. Ancora oggi, si narra che il suo fantasma vaghi attorno al lago in cerca della misteriosa sirena. E le donne che amano questo luogo giurano che, nelle notti di San Giovanni, riecheggiano sulle acque le melodie della sirena, e nel chiarore lunare la vedono danzare insieme allo spirito del giovane Monticelli.

,

.

 

Condividi: