Melisenda nacque a Gerusalemme nel 1105, figlia della principessa armena Morfia di Melitene e del potente re Baldovino II, sovrano del Regno di Gerusalemme e appartenente all’ordine dei Templari.
Dopo di lei, Baldovino e Morfia ebbero altre tre figlie: Alice, futura principessa d’Antiochia; Hodierna, che divenne contessa di Tripoli; e Ivette, badessa di Betania. Poiché dal matrimonio non nacquero figli maschi, Baldovino designò Melisenda come sua unica erede, preparandola sin dall’infanzia a governare il regno.
Melisenda fu educata per diventare una regina con pieni poteri, non una semplice consorte. Baldovino, lungimirante e determinato, le offrì un’istruzione e una formazione degne di un erede maschio, trovando il pieno supporto dell’Alta Corte di Gerusalemme, composta da clero e nobiltà. Tuttavia, come uomo e re del Medioevo, Baldovino riteneva essenziale rafforzare il potere della figlia attraverso un matrimonio strategico.

Guglielmo di Tiro, Historia, miniatura del XV secolo – Matrimonio di Melisenda e Folco. – Wikipedia, pubblico dominio
La sua scelta ricadde su Folco V d’Angiò, un valoroso comandante crociato e uomo di considerevoli risorse economiche.
Folco, nonostante avesse più di quarant’anni ed una bellezza definita dai cronisti del tempo come “orripilante,” era ritenuto un ottimo alleato.
Melisenda, invece, ventiquattrenne e di straordinaria bellezza, era perdutamente innamorata del cugino Ugo di Le Puiset, sentimento ricambiato.
Il matrimonio con Folco, celebrato nel 1129, non iniziò sotto i migliori auspici.
Folco, ambizioso e determinato, pretese di diventare coregnante al fianco di Melisenda, e alla fine Baldovino accettò le sue condizioni. Il compromesso era giustificato dal sostegno finanziario e militare che Folco portava al regno, oltre al patrocinio del re di Francia. Nel 1130 nacque il primo figlio della coppia, Baldovino, erede al trono. Tuttavia, Baldovino II non volle cedere il potere a Folco e nominò Melisenda unica tutrice del principe, escludendo il genero da qualsiasi pretesa futura.
L’esclusione irritò profondamente Folco, già esasperato dai tradimenti di Melisenda, che intratteneva una relazione con il cugino Ugo. Tuttavia, consapevole del suo delicato equilibrio politico, Folco attese il momento giusto per agire.
Nel 1131, alla morte di Baldovino II, Melisenda e Folco salirono al trono come regnanti congiunti.

Incoronazione di Folco e Melisenda – Wikipedia, pubblico dominio
Una volta consolidato il potere, Folco cercò di marginalizzare Melisenda, privandola di ogni influenza politica. Accusò pubblicamente la regina di adulterio con Ugo, sperando di screditarla.

Incoronazione di Melisenda – Wikipedia, pubblico dominio
Tuttavia, l’accusa si rivelò un boomerang: la corte e la nobiltà si schierarono con Melisenda, considerandola vittima di calunnie. L’Alta Corte di Gerusalemme, da sempre ostile allo straniero Folco, utilizzò l’accusa come pretesto per una rivolta di palazzo.
Melisenda ne uscì vittoriosa, riprendendo il controllo del regno e dimostrando la sua abilità politica.
Nonostante il conflitto, Melisenda e Folco si riconciliarono e, nel tentativo di salvare il matrimonio, ebbero un secondo figlio, Almarico. Ma la tensione tra i due non si placò mai del tutto.
Nel 1143, Folco trovò la morte in un tragico incidente di caccia, lasciando Melisenda regina unica e incontrastata.
Dopo la morte del marito, Melisenda continuò a governare con grande abilità, affrontando complesse questioni politiche e il rapporto spesso teso con il figlio Baldovino III, il quale ambiva a ottenere il pieno controllo del regno. Ma oltre alla politica, la regina è ricordata anche per la sua influenza sull’amor cortese.
Tra i suoi ammiratori più celebri c’era Jaufré Rudel, un noto trovatore del XII secolo, considerato una sorta di rock-star dell’epoca. Fu il creatore del tema dell’”amor de lonh” (amore lontano), ispirato alla bellezza di Melisenda, che aveva visto solo in una miniatura.
Consumato dalla passione, Jaufré intraprese un viaggio dalla Francia per incontrarla a Gerusalemme, ma si ammalò gravemente durante il tragitto. Morì poco dopo averla incontrata, lasciando un’eredità poetica di straordinaria intensità.
Melisenda, invece, regnò fino al 1161, quando fu colpita da un ictus che le compromise la memoria e i movimenti. Morì poco tempo dopo, lasciando un’impronta indelebile nella storia come una delle figure femminili più straordinarie del Medioevo.
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