
Rembrandt – Il ritorno del figliol prodigo (Wikipedia – Pubblico dominio)
Il perdono è al cuore della vita cristiana: non è cristiano chi non sa perdonare, perché Gesù ci ha detto che l’amore reciproco è il segno distintivo dei suoi discepoli (Gv 13,35).
Viviamo immersi nel perdono di Dio e, come ci ricorda Gesù, solo se perdoniamo riceveremo perdono (Mt 6,14-15). Siamo chiamati a perdonare sempre, non solo occasionalmente: “fino a settanta volte sette” (Mt 18,21-22), anche verso i nemici e chi ci ha fatto del male (Mt 5,44; Lc 23,34).
Perdonare non significa ignorare il dolore: è una decisione profonda della volontà, resa possibile dalla grazia di Dio (Mc 10,27). Significa anche imparare a pregare per chi ci ha ferito e a perdonare noi stessi, perché Dio è sempre pronto a rinnovarci e donarci gioia (Sal 18,36).
Il perdono libera il cuore da aggressività e vendetta, guarisce le ferite interiori e ci riporta alla verità più profonda: l’amore (Lc 6,36ss). Prima ancora della preghiera, Gesù ci chiede di riconciliarci con i fratelli (Mt 5,23-24) e di imparare la mitezza, l’umiltà e la benevolenza (Mt 11,29; Ef 4,32; Col 3,12ss).

Statue di giustizia e compassione a Michaelertor, Palazzo Hofburg, Vienna, Austria. – Wikipedia – Foto di: Manfred Werner / Tsui, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0
Infine, accogliere il perdono altrui è segno di umiltà: riconoscere i nostri limiti e il bisogno di misericordia ci rende liberi e più vicini a Dio (Rom 15,7).
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