Il giovane Stefano faceva parte della prima comunità cristiana, una realtà in cui la carità fraterna era vissuta pienamente. I membri di questa comunità condividevano i propri beni, affinché a ciascuno fosse garantito il necessario per vivere ogni giorno con dignità.

Carlo Crivelli – Santo Stefano dalla Pala Demidoff (Gli oggetti intorno alla testa e al corpo di Santo Stefano sono raffigurazioni delle rocce, che sono state usate per ucciderlo.) – National Gallery, Londra – Wikipedia, pubblico dominio

Con l’espandersi della comunità, gli apostoli decisero di affidare i compiti di assistenza quotidiana a sette uomini scelti, chiamati diaconi, incaricati della distribuzione equa dei beni. Tra loro si distinse Stefano, giovane fervente non solo nell’amministrazione, ma anche nella predicazione del Vangelo.

La sua intensa attività missionaria, unita alla forza della sua fede, suscitò l’ostilità di alcuni Giudei. Venne quindi arrestato e condotto davanti al Sinedrio, dove fu accusato e condannato alla lapidazione. Portato fuori dalle mura cittadine, Stefano fu ucciso con le pietre.
Durante il martirio, pronunciò parole che riecheggiano quelle di Cristo sulla croce:

Signore, non imputar loro questo peccato.

Con queste ultime parole, Stefano divenne il protomartire della Chiesa, il primo a versare il sangue per testimoniare la fede cristiana.

Nel 415 d.C., le sue reliquie furono ritrovate grazie al sacerdote Luciano, al quale apparve in sogno un anziano dalla lunga barba bianca e una bacchetta d’oro in mano: era Gamaliele, il saggio fariseo citato negli Atti degli Apostoli. Seguendo le indicazioni ricevute in sogno, Luciano rinvenne i resti del martire, ridotti in cenere ma con le ossa ancora intatte, e li fece traslare a Gerusalemme.

Jean-Baptiste de Champaigne – Il martirio di Santo Stefano – Wikipedia, pubblico dominio

La Chiesa celebra la festa di Santo Stefano il giorno 26 dicembre, subito dopo il Natale, insieme ai cosiddetti comites Christi, i “compagni di Cristo”, coloro che per primi testimoniarono la fede subito dopo la nascita del Salvatore.

Tra i presenti al martirio di Stefano vi era anche Saulo, futuro Paolo di Tarso, che da persecutore si sarebbe poi convertito, raccogliendo in profondità l’eredità spirituale del giovane martire e diventando l’Apostolo delle genti.

Carlo Saraceni, 1615 circa – Gamaliele e Nicodemo piangono il corpo di santo Stefano – Boston, Museum of Fine Arts. – Wikipedia, pubblico dominio

La devozione verso Santo Stefano, già viva al momento del ritrovamento delle sue reliquie, si è mantenuta forte nei secoli e continua a essere sentita ancora oggi in tutto il mondo cristiano.

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