Giovanni 15,14
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.

Giovanni 15,17
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Giovanni 13,35
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

Romani 12,10
amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.

Colossesi 3,13c
Come il Signore vi ha perdonato, cosi’ fate anche voi.

1Giovanni 4,11-12
Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.

1 Giovanni 2,9
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre.

1 Giovanni 4,20-21
Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.
Questo e’ il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.

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RIFLESSIONE

Gesù è venuto nel mondo per portarci una sola notizia: Dio ci ama. Non con un amore astratto, ma con la tenerezza concreta di chi dona tutto, fino alla vita. Questo amore dolce, personale,  “Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” (Isaia 43,1), è il cuore del messaggio cristiano.

Amare non è un atto straordinario, ma qualcosa da vivere ogni giorno, come il respiro. La lampada dell’amore resta accesa con piccoli gesti: una parola gentile, un silenzio paziente, uno sguardo premuroso. Non cerchiamo Gesù lontano: è dentro di noi. Solo se manteniamo viva questa luce, potremo riconoscerlo.

Il comandamento di Gesù, «Amatevi come io vi ho amati», deve bruciare l’egoismo e generare santità. L’amore vero comporta anche sofferenza, ma porta gioia. Come Cristo sulla croce, siamo chiamati ad amare fino in fondo.
Dio non ci ama perché siamo perfetti, ma perché siamo Suoi. Conosce le nostre fragilità e, proprio attraverso di esse, può operare. Non dobbiamo essere superuomini, ma discepoli aperti alla trasformazione che viene da Lui.

Quando ci sentiamo soli o dimenticati, ricordiamo: siamo incisi nel palmo delle Sue mani (Isaia 49,15-16). Per Dio, valiamo immensamente. E se ci sentiamo amati, è nostro compito trasmettere quell’amore agli altri, a cominciare dalle nostre case.
È facile amare chi è lontano. Più difficile, ma più autentico, è amare chi ci vive accanto. Prima di cercare i poveri lontani, guardiamo chi ci sta vicino e forse attende solo attenzione e ascolto.

Gesù lava i piedi a Pietro, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova – Wikipedia, pubblico dominio

Il vero amore nasce da un cuore colmo. Non serve che sia straordinario, basta che sia sincero e desideroso di donarsi. E non conta quanto diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.

Come dice San Paolo, è l’amore di Cristo che ci spinge. Amare davvero richiede una nuova nascita, un cuore trasformato. Non bastano gli sforzi umani: occorre restare uniti a Gesù. Solo così possiamo accogliere un amore che non si stanca, non si spegne, non si lascia vincere dal male, ma lo trasforma.

È nel cuore di Cristo che attingiamo la forza di un amore che tutto sopporta e tutto vince. E da lì deve partire il nostro cammino.

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