Per discernere su questa personificazione risaliamo al significato del nome

Il termine aporia (dal greco ἀπορία, passaggio impraticabile, strada senza uscita), nella filosofia greca antica indicava l’impossibilità di dare una risposta precisa a un problema, poiché ci si trovava di fronte a due soluzioni che, per quanto opposte, sembravano entrambe valide.

Ritratto di Socrate. Marmo, opera d’arte romana (I secolo), forse copia di una statua bronzea perduta realizzata da Lisippo. – Museo del Louvre – Wikipedia – User: Sting immagine rilascaiata con licenza CC BY-SA 2.5

Con aporia si è intesa anche una fase della maieutica di Socrate volta alla liberazione dal falso sapere, cioè dalla convinzione che le proprie opinioni siano delle verità certe. L’interlocutore di Socrate infatti di fronte alle insistenze del maestro che continuamente gli chiedeva cosa fosse, ti estì, quello di cui si stava discutendo, che lo spingeva cioè a tentare delle definizioni sempre più precise dell’argomento della discussione, alla fine entrava nell’aporia, nella strada senza uscita, dichiarando la sua incompetenza nel dare una risposta definitiva e precisa e riconoscendo quindi che la sua certezza iniziale era insussistente.

Oggi l’aporia assume il significato di insolubilità di un problema qualora si parta da determinate premesse. Se si vuole confutare una teoria il metodo usato è proprio quello di dimostrare, tramite opportune premesse, che le sue conclusioni sono aporetiche, cioè contraddittorie o che generano antinomie.

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