
John Opie – Boudica, regina degli Iceni – Wikipedia, pubblico dominio
Nell’Inghilterra orientale, dove oggi si estendono le tranquille campagne del Norfolk, nel I secolo d.C. visse una donna destinata a diventare leggenda. Il suo nome era Boudicca (o Boudica), regina degli Iceni, e fu lei a guidare la più grande rivolta anti-romana mai scoppiata sull’isola.
Alta, fiera, dal portamento imponente, Boudicca incuteva rispetto e timore. I suoi lunghi capelli rossi le scendevano sui fianchi come una cascata di fuoco. Indossava una tunica variopinta, una pesante mantella chiusa da una spilla, e al collo portava una collana d’oro. Parlava con voce aspra, stringendo una lancia: ogni suo gesto sembrava scolpito nella rabbia e nella dignità.
Secondo Tacito, storico romano, proveniva da una famiglia nobile. Fin da giovane fu istruita nelle tradizioni, nei miti e nelle arti guerriere dei Celti. Verso i 14 anni tornò alla sua tribù e sposò Prasutago, re degli Iceni. Dal loro matrimonio nacquero due figlie.
Nel tentativo di proteggere il regno, Prasutago stilò un testamento in cui lo lasciava in eredità congiunta alle figlie, a Boudicca e all’imperatore Nerone. Una scelta apparentemente diplomatica, ma destinata al fallimento.
Alla morte del re, Roma ignorò il testamento. Gli Iceni furono spogliati delle loro terre, i nobili trattati come schiavi, Boudicca fu pubblicamente frustata e le sue figlie violentate.
L’Impero, nel suo cinismo, aveva oltrepassato il limite.

Boudicea arringa le sue truppe – Wikipedia, pubblico dominio
E Boudicca reagì.
Nel 60 o 61 d.C., approfittando dell’assenza del governatore romano Gaio Svetonio Paolino, impegnato in una campagna militare nel Galles, Boudicca prese le armi. Al suo fianco si unirono i Trinovanti e altre tribù, stanche dell’oppressione romana.
Il primo obiettivo fu Camulodunum (l’odierna Colchester), colonia romana e simbolo del potere imperiale. I ribelli la assalirono e la raserono al suolo. I veterani, asserragliati nel tempio dedicato a Claudio, resistettero per due giorni prima di essere annientati. Anche il tentativo del futuro governatore, Quinto Petillio Ceriale, di fermare l’avanzata fallì.

In blu le legioni romane, in rosso i ribelli di Boudicca. I punti rossi le città conquistate – Wikipedia, pubblico dominio
Fu solo l’inizio. Londra, allora ancora una giovane colonia chiamata Londinium, venne abbandonata da Paolino e completamente distrutta. St Albans (Verulamium) seguì la stessa sorte. Fu un bagno di sangue: le fonti parlano di oltre 70.000 morti tra coloni, militari e civili romani o romanizzati.
Quando Paolino riuscì infine a radunare le sue truppe, lo scontro fu inevitabile. Lo scontro decisivo avvenne lungo la via Watling, in una località mai identificata con certezza. Sebbene numericamente inferiori, i Romani sfruttarono la tattica e la disciplina per infliggere una sconfitta schiacciante agli insorti.
Boudicca, ferita nell’orgoglio e consapevole dell’impossibilità di vincere, scelse il veleno piuttosto che la cattura.
Boudicca non fu solo una guerriera, ma il simbolo della resistenza di un intero popolo contro l’invasore. Morì sconfitta, ma la sua storia attraversò i secoli, ispirando artisti, scrittori e movimenti femminili. Oggi la sua statua, eretta vicino al Parlamento di Londra, la raffigura su un carro da guerra, con le figlie al fianco: fiera, indomabile, regina anche nella sconfitta.
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