La vita di Teodora, moglie dell’imperatore bizantino Giustiniano, sembra uscita da una fiaba, una sorta di Cenerentola, ma in chiave molto più audace e controversa. Se non fosse storia, sarebbe difficile credere che una donna dalle origini così umili, e con un passato tanto discusso, potesse diventare Augusta dell’Impero romano d’Oriente.
A raccontare la sua vicenda fu soprattutto Procopio di Cesarea, il grande storico dell’epoca.

Mosaici corali a San Vitale a Ravenna, scena: imperatrice Teodora e la sua corte, particolare: busto di Teodora. – Wikipedia, pubblico dominio

Nelle sue opere ufficiali Procopio narrò con ammirazione le imprese di Giustiniano, ma in un testo segreto, la Storia Segreta, pubblicata secoli dopo, nel 1623, riversò tutto il suo rancore. In quelle pagine, Procopio descriveva Giustiniano come un demone incarnato e Teodora come una donna dissoluta, facendo emergere un ritratto feroce, a tratti diffamatorio, ma con qualche fondo di verità confermato da altri autori contemporanei.

Frontespizio dell’edizione originale di ‘Historia Arcana’ di Procopius Caesariensis – Wikipedia, pubblico dominio

Teodora nacque a Costantinopoli da Acacio, custode di orsi nell’Ippodromo, e da una madre che, rimasta vedova, avviò lei e le sorelle al teatro, una carriera considerata poco rispettabile. Da giovane Teodora si distinse come attrice in spettacoli licenziosi e come cortigiana, attirando su di sé fama e scandalo.
Procopio la definì ironicamente “attrice di talento”, un eufemismo che all’epoca equivaleva a dire prostituta. Nei suoi racconti, la giovane Teodora offriva solo la sua bellezza, concedendosi senza freni. Persino uno storico più favorevole la chiamò “Teodora del postribolo”, segno che la sua giovinezza libertina era nota a molti.

A soli sedici anni seguì un governatore in Libia, che presto l’abbandonò. Durante il viaggio di ritorno, si fermò ad Alessandria d’Egitto, dove conobbe il vescovo Timoteo. Fu un incontro decisivo: Teodora maturò una profonda trasformazione spirituale e decise di cambiare vita.
Tornata a Costantinopoli, trovò lavoro come filatrice, ma la sua straordinaria bellezza non passò inosservata.

L’imperatrice Teodora, rappresentata su un quadro di Jean-Joseph Benjamin-Constant, nel XIX secolo. – Wikipedia, pubblico dominio

Fu allora che conobbe Giustiniano, di vent’anni più anziano di lei. L’uomo ne rimase subito colpito, e il legame tra i due divenne presto indissolubile. Per sposarla, Giustiniano fece persino modificare la legge, che fino ad allora impediva a un nobile di unirsi a un’attrice.

Il 4 aprile 527, tre giorni prima della morte dell’imperatore Giustino I, Teodora fu incoronata imperatrice accanto al marito, divenuto nuovo sovrano.

Teodora non fu una sovrana di facciata: ebbe un ruolo attivo e determinante nelle decisioni politiche dell’impero. Durante la rivolta di Nika, nel 532, quando la popolazione insorse contro Giustiniano, fu lei a convincere il marito a non fuggire da Costantinopoli. La rivolta, durata sei giorni, fu sedata solo grazie alla fermezza dell’imperatrice e alle strategie di Giustiniano, che distribuì ricchezze per placare i ribelli.

Mosaici di San Vitale a Ravenna – Dettaglio da: L’imperatrice Teodora e la sua corte. – Wikipedia, pubblico dominio

Teodora si impegnò anche a favore delle donne, promuovendo leggi innovative per l’epoca: riconobbe il diritto di possedere ed ereditare beni, introdusse maggiori tutele in caso di divorzio e fece condannare a morte i colpevoli di stupro.

Giustiniano e il suo seguito – Basilica di San Vitale – Wikipedia, pubblico dominio

Malgrado le critiche di Procopio e l’ombra del suo passato, Teodora rimane una delle figure femminili più straordinarie del Medioevo: una donna capace di trasformare un destino marginale in un potere immenso, lasciando un’impronta indelebile nella storia di Bisanzio.

 

 

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