(revisione settembre 2025)
Quanti segreti custodiscono ancora le piramidi egizie?
Innumerevoli, senza dubbio. Da oltre due secoli esploratori, avventurieri, ladri, scienziati e studiosi si avventurano nei loro corridoi oscuri e nelle camere segrete, eppure siamo ancora lontani dal conoscere ogni verità.
I misteri che si celano in quelle imponenti costruzioni riguardano la scienza, la religione, la vita quotidiana dell’antico Egitto. Alcuni di essi sono spiegabili, altri invece sembrano sfuggire a qualsiasi razionalità, rimanendo sospesi in un’aura di fascino e incertezza.

La barca solare – Wikipedia; foto di – Opera propria riasciata con licenza CC BY-SA 3.0
Tra le scoperte più suggestive c’è quella delle barche solari legate alla piramide di Cheope, faraone vissuto attorno alla metà del III millennio a.C.
Queste imbarcazioni, nascoste nel ventre della piramide, avrebbero avuto, secondo le interpretazioni più diffuse, un ruolo cerimoniale, forse per accompagnare il faraone nel suo ultimo viaggio terreno o addirittura per condurlo simbolicamente nel regno ultraterreno, al fianco del dio Sole.
La prima barca solare venne riportata alla luce negli anni Cinquanta e oggi è visibile in un museo accanto alla piramide. Il ritrovamento della seconda, avvenuto decenni più tardi, ha riportato alla memoria un episodio singolare, che ancora oggi lascia aperti molti interrogativi.
Protagonista della vicenda fu Benadir M., un operaio semplice, senza istruzione, che negli anni Cinquanta prese parte agli scavi della prima barca. La sua vita scorse ordinaria fino a una ventina d’anni più tardi, quando, rimasto vedovo e solo, cominciò a manifestare strani comportamenti, sempre più inquietanti.
Una notte fu trovato accanto alla piramide, intento a scavare con le mani nude nella sabbia, ridendo come in preda a un’estasi folle. Quando gli chiesero cosa stesse facendo, Benadir raccontò di aver ricevuto in sogno la visita del dio Amon, apparso avvolto in una luce celeste. Il dio gli avrebbe rivelato che una seconda barca sacra giaceva ancora sepolta nella piramide e che chi l’avesse riportata alla luce avrebbe ottenuto ricchezze e prosperità fino alla settima generazione.
Benadir venne internato in un manicomio, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Ma ciò che più colpisce è un dettaglio inquietante: la seconda barca solare, ritrovata molti anni dopo, si trovava esattamente nel punto in cui l’operaio, in quella notte visionaria, aveva iniziato a scavare.
Coincidenza? Suggestione? Profezia?
Forse non lo sapremo mai. Eppure, episodi come questo continuano a nutrire il mistero che da sempre circonda le piramidi: un intreccio affascinante di archeologia, mito e magia, in cui la linea che separa realtà e leggenda resta sottilissima.
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