Pierre Claude François Delorme – Ero e Leandro – Musée des beaux-arts de Brest – Wikipedia, pubblico dominio

I miti greci ci hanno tramandato amori intensi e struggenti, travolti da passioni ardenti, spesso impossibili e quasi sempre tragici. Tra questi, uno dei racconti più toccanti è senza dubbio quello di Ero e Leandro, un amore disperato che sfida la distanza, la notte e, infine, il destino stesso.

Ero, giovane e devota sacerdotessa della dea Afrodite, officiava il culto nell’antica città di Sesto, sulla sponda europea dell’Ellesponto (oggi stretto dei Dardanelli). Sull’altra riva, nella città di Abido, viveva Leandro, un giovane appassionato, coraggioso e romantico.

I due si conobbero durante una festa celebrata in onore di Afrodite. Fu un incontro folgorante: tra loro nacque subito un amore travolgente. Ma Ero, vincolata al voto di castità imposto dal suo ruolo sacerdotale, era costretta a vivere questo amore in segreto.

Per potersi incontrare senza destare sospetti, i due idearono un piano. Ogni notte, Leandro attraversava a nuoto l’Ellesponto, guidato da una fiaccola che Ero accendeva alla finestra della sua torre: quella luce era il segno d’amore che illuminava la via tra le onde.

Ma il destino, crudele e implacabile, spezzò quell’incanto. In una notte tempestosa, il vento spense la fiaccola e Leandro, privo di orientamento nel buio del mare in burrasca, annegò.

Il mattino seguente, Ero trovò il corpo dell’amato sulla riva. Straziata dal dolore e incapace di vivere senza di lui, salì sulla torre e si gettò nel vuoto, scegliendo di unirsi per sempre al suo Leandro nella morte.

Domenico Fetti – Kunsthistorisches Museum Vienna, Gemäldegalerie – Ero piange il morto Leandro – GG 160 – Kunsthistorisches Museum – Wikipedia, pubblico dominio

La tragica storia di Ero e Leandro ha attraversato i secoli, ispirando poeti, artisti e scrittori. Se ne trovano riferimenti nelle Georgiche di Virgilio, nell’Ars Amatoria di Ovidio, e nelle Heroides, l’opera epistolare attribuita a Museo Grammatico, poeta greco vissuto nel V secolo d.C., che dedicò all’eroina Ero una commovente lettera.

Il mito ha lasciato un segno profondo anche nell’arte figurativa, dando vita a mosaici, rilievi e dipinti che hanno immortalato la struggente immagine di due amanti separati dalle acque, uniti solo dalla luce della speranza, destinata però, come il loro amore, a spegnersi troppo presto.

 

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