Discorso della Montagna – Affresco, Chiesa di Santo Stefano Harding ad Apátistvánfalva – Wikipedia, pubblico dominio.

Matteo 5, 1-12

[1] Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 
[2] Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
[3] “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
[4] Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
[5] Beati i miti, perché erediteranno la terra.
[6] Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
[7] Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
[8] Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
[9] Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
[10] Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
[11] Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
[12] Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.



Cosimo Rosselli, Sermone della Montagna e guarigione del lebbroso – Cappella Sistina, Città del Vaticano – Wikipedia, pubblico dominio.


RIFLESSIONI:

Sul monte, circondato dai discepoli e da una folla proveniente da ogni regione, Gesù pronuncia parole destinate a cambiare per sempre la storia spirituale dell’umanità. Le Beatitudini (Mt 5,1-12) non sono un discorso morale, ma un annuncio: il Regno di Dio è presente, è qui, tra gli uomini.

Gesù proclama felici coloro che il mondo considera perdenti, poveri, miti e perseguitati perché in essi si rivela il volto di un Dio che rovescia le logiche della forza e del privilegio.
È un messaggio universale, rivolto non solo ai discepoli, ma a tutti: nessuno è escluso, anzi, coloro che la società emargina sono i primi destinatari della salvezza.

Cristo non si limita a proclamare le Beatitudini: le vive. Povero, afflitto, perseguitato, egli incarna il paradosso della felicità evangelica. La sua stessa vita dimostra che la gioia non nasce dall’assenza di dolore, ma dalla comunione profonda con l’amore del Padre.

Beato Angelico – Sermone della Montagna – Wikipedia, pubblico dominio.

Le Beatitudini spiegate…

    • Beati i poveri in spirito.
      Non si tratta di povertà materiale soltanto, ma di un atteggiamento interiore: chi vive nella dipendenza fiduciosa da Dio, libero dall’arroganza e dal potere, è già parte del Regno.
    • Beati gli afflitti.
      Sono coloro che soffrono per il male del mondo e per i peccati del popolo. La loro consolazione sarà l’esperienza diretta della salvezza messianica, la guarigione delle ferite interiori e collettive.
    • Beati i miti.
      La mitezza non è debolezza, ma forza calma e fiduciosa. I miti non rispondono con violenza, e per questo “erediteranno la terra”: la nuova terra promessa dove regna la giustizia di Dio.
    • Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia.
      La giustizia, nel linguaggio evangelico, non è un insieme di regole, ma la relazione retta con Dio e con gli altri. Chi desidera ardentemente questa armonia sarà saziato, perché Dio stesso colmerà la sua sete.
    • Beati i misericordiosi.
      La misericordia è il cuore di Dio, che non abbandona nemmeno chi lo tradisce. Chi perdona e soccorre il prossimo riflette il volto del Padre e riceve in cambio la stessa misericordia divina.
    • Beati i puri di cuore.
      Non è purezza rituale, ma limpidezza interiore. È lo sguardo trasparente di chi non ha doppiezze, di chi cerca la verità e l’amore autentico. A costoro è promessa la visione di Dio, cioè la sua presenza viva nel quotidiano.
    • Beati gli operatori di pace.
      Sono coloro che ricuciono fratture, costruiscono ponti, restituiscono unità. In loro si riconosce la figliolanza divina, perché Dio stesso è pace e riconciliazione.
    • Beati i perseguitati per la giustizia.
      Gesù lega il destino dei suoi discepoli a quello dei profeti. La fedeltà al Vangelo comporta il rischio dell’incomprensione e del rifiuto, ma la ricompensa è la comunione eterna con Dio.
    • “Rallegratevi ed esultate, dice Gesù, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.”

Le Beatitudini sono la carta d’identità del cristianesimo, ma anche una delle pagine più universali della letteratura spirituale. In esse il linguaggio religioso si fa poesia dell’uomo: la povertà diventa libertà, la mitezza forza, la sofferenza promessa di vita. Gesù non propone un’etica dell’eroismo, ma una rivoluzione del cuore: guardare il mondo con lo sguardo di Dio, dove i “piccoli” sono i veri protagonisti della storia.

Nella logica del Regno, la felicità non è conquista ma dono, e nasce là dove l’amore trasforma la fragilità in luce.

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