La Pasqua è in arrivo e su ogni tavola di ogni famiglia che si rispetti difficilmente potranno mancare le classiche uova.

Image by Gerd Altmann from Pixabay

In tutto il mondo infatti, l’uovo è il simbolo della Pasqua: dipinto o intagliato, di cioccolato o di zucchero, di terracotta o di cartapesta, l’uovo è parte integrante della ricorrenza pasquale e nessuno vi rinuncerebbe.
Le sue origini sono molto antiche, si rifanno a riti legati all’inizio del periodo primaverile, visto come rinnovamento della natura e quindi legato alla fecondità. L’uovo, infatti, dalla forma priva di spigoli, e quindi senza principio né fine, ha sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo dell’origine della vita, ma anche del mistero, quasi della sacralità.
Già al tempo del paganesimo infatti, il cielo e la terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita.

Fra Damiano da Bergamo – Intarsio di un uovo nel coro della Basilica di San Domenico a Bologna (La pietra filosofale assimilata ad un uovo) – Wikipedia, pubblico dominio

Con l’avvento del Cristianesimo, le uova divennero simbolo della rinascita, non della natura, ma dell’uomo stesso, della resurrezione del Cristo: nelle catacombe sono state trovate uova di alabastro, augurale simbolo di nuova vita, e in auge, tutt’ora, come articolo regalo.
L’uso di scambiarsi uova in dono nel periodo pasquale risale invece al Medioevo. Durante le severissime imposizioni di digiuno della Quaresima, era proibito mangiarne, quindi, le uova sfornate dalle galline in quelle 6 settimane, dovevano per forza essere smaltite rapidamente.
E’ per questo che venivano benedette in chiesa durante la messa della domenica di Pasqua e poi donate, rassodate, ad amici e parenti come augurio di fecondità in ogni campo.

Sempre nel Medioevo si diffuse anche la tradizione della creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento, platino oppure oro, ovviamente destinata agli aristocratici e ai nobili.

Uovo dell’incoronazione imperiale, 1897 – Wikipedia – User: Miguel Hermoso Cuesta, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Ma la ricca tradizione dell’uovo decorato è dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro III il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria: Fabergé creò per l’occasione il primo uovo in platino smaltato di bianco contenente un tuorlo dorato, il quale conteneva a sua volta un pulcino d’oro dagli occhi di rubino, dentro il quale era contenuta una riproduzione della corona imperiale. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé, contribuì anche a diffondere la tradizione del dono interno all’uovo.

Oggi, l’uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato che nacque dal desiderio di imitare l’uovo di struzzo, e fu creato dai cuochi di Luigi XIV, il Re Sole, che più tardi pensarono anche a riempirlo con la sorpresa.
L’uovo di cioccolato è un simbolo che nasconde curiosità e attesa, conta quindi poco che la sorpresa al suo interno sia di valore o meno.

Per quanto riguarda invece la qualità del cioccolato dell’uovo di Pasqua, le norme sono cambiate nel 2003, in seguito ad una lunga polemica tra i Paesi europei: alcuni aggiungevano al cioccolato gli oli tropicali, che rendono il cioccolato più brillante e impediscono l’insorgenza di chiazze bianche dovute alla risalita in superficie del burro di cacao, con il quale si fa, appunto, il cioccolato bianco. Per fortuna non sono ammessi l’olio di cocco, l’olio di palmisti e l’olio di dika, definiti da alcuni nutrizionisti i “killer delle coronarie” perché contengono alte percentuali di acido laurico e acido miristico, dannosissimi per le arterie.
Sono quindi molte le leggende legate a quello che è per antonomasia il simbolo della Pasqua ma di cui oggi, purtroppo, si è perso il ricordo.

.
Stralcio testo tratto dalla pagina: perstorie-eieten.blogspot sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

vedi anche:

.

.