La più antica delle tecniche tradizionalmente associate alla stregoneria e alla fattucchieria comunemente usata nell’Antico Egitto è “la magia delle effigi”.

Racconti sulla magia delle effigi sono frequenti in tutta la storia dell’Antico Egitto e non è a caso che Nectanebo II, l’ultimo Faraone, fosse ritenuto un adepto di quest’arte sinistra, che utilizzava perfino per i combattimenti navali.

Rilievo proveniente da Saqqara, raffigurante la dea Iside e il faraone Nectanebo II – XXXa dinastia – Musée du Louvre – Wikipedia, pubblico dominio

Vestito da mago, Nectanebo soleva fare modellini di legno delle sue navi e di quelle dei nemici e le faceva galleggiare, complete di ciurme di pupazzetti, in una grande vasca d’acqua. Poi pronunciava parole magiche, e allora, narra uno scrittore greco, “i pupazzi prendevano vita e le navi attaccavano battaglia“.
Con opportuni accorgimenti Nectanebo faceva in modo che le sue navi “sgominassero il nemico e colassero a picco le navi nemiche sul fondo della vasca, al modo in cui, nello stesso tempo, le sue vere navi facevano sprofondare effettivamente la flotta nemica negli abbissi del mare“.

Stralcio testo tratto dalla pagina: spazioinwind.libero.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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