Vincent van Gogh – Natura morta con la Bibbia – Wikipedia, pubblico dominio

Per decenni gli archeologi hanno cercato prove a supporto dell’ipotesi che Shiloh (Silo) nell’antichità fosse un centro religioso.

Ora un altare di pietra che risale all’età del ferro, vale a dire al periodo dei re israeliti, è stato portato alla luce durante uno scavo condotto da un funzionario dello staff archeologico dell’amministrazione civile di Giudea e Samaria (Cisgiordania).

L’altare è stato trovato tra le pietre di un muro che risale al periodo bizantino. A quanto pare, i bizantini rimossero l’ara dalla sua posizione originaria a Tel Shiloh e la usarono per costruire una struttura ai piedi del tel (colle).

La scoperta, riferisce il sito Israele.net, costituisce la prima prova tangibile che Shiloh era un centro di culto prima e durante il periodo del Primo Tempio di Gerusalemme (dal X secolo a. C. al 586 a.C.).

José de Ribera – Il profeta Elia – Wikipedia, pubblico dominio

Finora l’unico riscontro di questa tesi consisteva nelle descrizioni, contenute nella Bibbia, del Tabernacolo al tempo di Giosuè e, in seguito, al tempo del sommo sacerdote Elia e del profeta Samuele.

Fino ad oggi gli archeologi ritenevano che i filistei, dopo essersi impadroniti dell’Arca dell’Alleanza come narrato nel libro di Samuele, con la distruzione della citta’ avessero posto fine alla presenza ebraica. 

La scoperta dell’altare suggerisce che qualche forma di insediamento ebraico abbia continuato ad esistere anche dopo la morte del sommo sacerdote Elia.

La presenza ebraica, si suppone, continuò per tutto il regno di re Saul e perlomeno sin dopo il regno di re Salomone.

L’altare porta gli studiosi a ritenere che la popolazione abbia continuato a portare sacrifici a Shiloh nonostante la costruzione a Gerusalemme del Primo Tempio ad opera di re Salomone….

Stralcio testo tratto da un articolo di Renato Sansone pubblicato nella pagina meteoweb.eu sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

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