Giovanni Antonio Pellegrini – La regina Tomiri – Wikipedia, pubblico dominio

Tomiride, più comunemente conosciuta come Tomiri, fu, nel VI secolo a.C., la leggendaria regina dei Massageti, un popolo nomade di origine iranica stanziato nelle vaste pianure dell’Asia centrale, a est del Mar Caspio. Affini ai Tissageti, anch’essi di stirpe iranica, i Massageti erano noti per la loro fierezza, il loro spirito indipendente e la padronanza della guerra a cavallo.

Andrea del Castagno (serie uomini e donne illustri) – La regina Tomiri – Wikipedia, pubblico dominio

Tomiri è citata da numerosi autori dell’antichità. Erodoto è il primo a narrarne le gesta, ma il suo nome appare anche negli scritti di Strabone, Polieno, Cassiodoro, e persino nell’opera De origine actibusque Getarum (“Sulle origini e le gesta dei Goti”). Anche Dante Alighieri la menziona nella prima cornice del Purgatorio, con il nome di Tamiri, come esempio di vendetta superba e crudele: l’anima dannata che ella incarna è quella di chi ha punito con ferocia, anche se provocata.

Tomiri è passata alla storia soprattutto per aver sconfitto e ucciso Ciro il Grande, imperatore e fondatore dell’Impero Persiano, durante un tentativo di invasione del territorio dei Massageti.

Secondo i resoconti degli storici antichi, Ciro subì una prima pesante sconfitta nel tentativo iniziale di invadere il regno di Tomiri, e fu costretto a ritirarsi. Tuttavia, su consiglio dei suoi generali, escogitò un inganno militare: fece allestire un accampamento persiano pieno di viveri e soprattutto vino, poi lo abbandonò fingendo una fuga precipitosa.

I Massageti, guidati dal principe Spargapise, figlio di Tomiri, trovarono il campo e si lasciarono andare ai festeggiamenti. Non erano abituati al vino, le loro bevande tradizionali erano il latte e lo yogurt, e finirono per ubriacarsi rapidamente. Anche se gli Sciti conoscevano già l’uso di sostanze come l’hashish, l’effetto dell’alcol fu travolgente. I Persiani tornarono all’attacco e colsero di sorpresa l’esercito avversario, infliggendo gravi perdite. Spargapise fu fatto prigioniero e, secondo i racconti, si suicidò poco dopo.

Profondamente colpita dalla perdita del figlio e indignata per il comportamento ingannevole di Ciro, Tomiri inviò un messaggio al sovrano persiano, accusandolo di codardia e slealtà, e lo sfidò apertamente a un secondo scontro, questa volta leale.
Ciro accettò. Ma nella battaglia che ne seguì, i Persiani subirono una sconfitta devastante. Lo stesso Ciro cadde sul campo. La regina, secondo la tradizione riportata da Erodoto, cercò il suo cadavere tra i morti, lo trovò e, con parole cariche di disprezzo, esclamò: “Saziati ora del sangue di cui avevi sete!”

Peter Paul Rubens : la Regina Tomiri fa immergere la testa di Ciro in un vaso pieno di sangue. – Wikipedia, pubblico dominio

Poi immerse la testa decapitata di Ciro in un otre colmo di sangue, come gesto simbolico e terribile di vendetta e giustizia.

Tomiri rimane una delle figure femminili più affascinanti e potenti dell’antichità: regina, madre, guerriera e vendicatrice, la sua storia si muove tra mito e realtà, tra cronaca e leggenda, lasciando un’impronta indelebile nella memoria storica e culturale.

 

 

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