Raimondo Kolbe nasce nel 1894 in un piccolo villaggio della Polonia centrale, allora sotto dominio russo. Fin da giovane, si sente profondamente attratto dalla figura di San Francesco d’Assisi e nel 1910 veste l’abito dei francescani, scegliendo il nome di Massimiliano Maria: l’aggiunta di “Maria” è il segno di una devozione assoluta alla Vergine Immacolata, alla quale consacrerà l’intera sua vita.

Massimiliano Kolbe nel 1936 – Wikipedia, pubblico dominio

Uomo tenace e visionario, Massimiliano è determinato a diffondere l’amore per Maria Immacolata con ogni mezzo possibile, inclusi i più moderni. Dopo la Prima guerra mondiale, le sue iniziative si susseguono a ritmo incalzante: fonda la Milizia dell’Immacolata, crea la rivista Il Cavaliere dell’Immacolata (che arriverà a stampare due milioni di copie), e soprattutto dà vita a Niepokalanów, la “Città dell’Immacolata”, una grande realtà conventuale alle porte di Varsavia, dotata perfino di una stazione radio e della pista per gli aerei.

Niepokalanów (Città dell’Immacolata), frontone della basilica – Wikipedia, foto di Fczarnowski, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Nel 1930 parte come missionario per il Giappone e fonda Mugenzai no Sono (“Il giardino dell’Immacolata”) alla periferia di Nagasaki. Ma presto deve tornare in Polonia per problemi di salute.
Nel 1939, con l’invasione nazista, inizia anche per lui il tempo della persecuzione. Viene incarcerato e poi rilasciato proprio l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Ma pochi mesi dopo, nel 1941, viene nuovamente arrestato e deportato ad Auschwitz.
Qui avviene il gesto che sigillerà la sua santità.
Quando un prigioniero evade dal campo, per rappresaglia i nazisti scelgono dieci uomini da condannare a morte per fame. Uno di loro, padre di famiglia, implora pietà. Massimiliano si fa avanti e offre la propria vita al suo posto.
Trascorre dieci giorni senza cibo né acqua, sostenendo gli altri prigionieri con la preghiera. Il 14 agosto 1941, vigilia dell’Assunta, viene ucciso con una iniezione di acido fenico. Aveva 47 anni.

Targa commemorativa per le vittime naziste (Vienna, Kolonitzplatz, chiesa, Maximilian Kolbe) – Wikipedia, foto di GuentherZ, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

“Tutta la sua vita è una testimonianza di amore verso Dio, verso il prossimo e verso l’Immacolata, dirà Papa Paolo VI nel 1971 durante la beatificazione.

Nel 1982, Giovanni Paolo II lo proclama santo e martire, affermando: “San Massimiliano non morì: diede la vita.”

 

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