‘A cunzegna’

‘A sera quanno ‘o sole se nne trase
e dà ‘a cunzegna a luna p’ ‘a nuttata,
lle dice dinto ‘a recchia- “I’ vaco ‘a casa:
t’arraccumanno tutt’ ‘e nnammurate”.

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La consegna

La sera quando il sole se ne rientra
e dà le consegne alla luna per la nottata,
le dice all’orecchio – “Io vado a casa:
ti raccomando tutti gli innamorati”.


Testo e traduzione poesia tratta da elogioallafollia.altervista.org, una pagina sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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Non ho hobby, non vado a pescare e non raccolgo francobolli. In quanto a scrivere versi o canzoni, quello non è un hobby ma una necessità. (Totò)

Continuando la tradizione che vede i più grandi uomini di teatro napoletani impegnati nella scrittura di poesie (basta citare Eduardo De Filippo e Raffaele Viviani), Totò coltivò per vari anni la passione per la scrittura di liriche.
Le tematiche affrontate sono le più varie: l’amore, le ingiustizie sociali, i paradossi della vita e della morte, e mostrano uno stretto legame con la tradizione lirica napoletana.
Antonio de Curtis si considerava ben distinto da Totò. La separazione tra l’uomo e la maschera è stata espressa in modo esemplare in un’intervista televisiva rilasciata a Lello Bersani. Dapprima a prendere la parola era il principe de Curtis che rispondeva così alla domanda di Bersani:
“Che differenza c’è tra lei e Totò?”
“C’è una grande differenza. Io sono de Curtis e lui è Totò, che fa il pagliaccio, il buffone. Io sono una persona per bene, infatti in casa, lui normalmente mangia in cucina, mentre io mangio nella stanza da pranzo. Io vivo alle spalle di Totò, lo sfrutto. Lui lavora ed io mangio”. In seguito la domanda viene rivolta a Totò, che viene mostrato in cucina:
“Chi vi ha mandato? Lui, il Principe de Curtis, buono quello! Mi fa mangiare in cucina con il pappagallo e ci devo mettere solo dieci minuti. Disgraziato, mi tiene sotto. Questo mese non mi ha pagato nemmeno le marchette. Ma io mi rivolgo ai sindacati”.
In questa chiave di scissione tra uomo e personaggio, le poesie di Totò sono state interpretate come l’espressione dei sentimenti dell’uomo de Curtis, libero finalmente di sfuggire agli obblighi di far ridere imposti alla maschera.

Stralcio testo tratto dalla pagina internetculturale.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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