Lorenzo di Credi – La dama dei gelsomini, conosciuto anche come Ritratto di Caterina Sforza – Pinacoteca Civica di Forlì – Wikipedia, pubblico dominio.

Caterina Sforza, figlia naturale poi legittimata di Galeazzo Maria Sforza, nacque intorno al 1463 e fu una delle figure femminili più straordinarie del suo tempo. A soli dieci anni, per volontà di papa Sisto IV, fu data in sposa al nipote del pontefice, Girolamo Riario. In dote portò la città di Imola, diventando così signora di Imola e di Forlì.

Nel 1484, alla morte del papa, Roma insorse contro le famiglie Riario e Della Rovere. In quel momento di grande pericolo, Caterina si rifugiò a Castel Sant’Angelo per difendere i diritti del marito, resistendo per due settimane prima di arrendersi dietro il pagamento di 4.000 ducati.

La Rocca di Ravaldino ai tempi di Caterina Sforza – Wikipedia, pubblico dominio

Quando Girolamo Riario venne assassinato nel 1488, la città di Forlì si ribellò. Caterina, indomita, resistette all’assedio nella rocca di Ravaldino e riuscì a ottenere la reggenza per il figlio minore, Ottaviano Riario.

Governò con fermezza, affiancata da Jacopo Feo, il suo amante e, secondo alcuni, anche marito segreto. Alla morte violenta di Jacopo, Caterina reagì con durezza e giustizia implacabile.

Nel 1496 (o 1497), sposò Giovanni de’ Medici, detto il Popolano. Da questa unione nacque Giovanni dalle Bande Nere, uno dei più celebri condottieri italiani. Dopo la morte del secondo marito, Caterina si avvicinò alla Repubblica di Firenze, che le inviò in missione nientemeno che Niccolò Machiavelli.

Ma il destino non fu clemente. Nel 1499, papa Alessandro VI mosse guerra contro di lei con l’appoggio dei francesi e di Cesare Borgia. Cadute Imola e Forlì, Caterina si rifugiò nuovamente nella rocca di Ravaldino, dove resistette con coraggio fino al gennaio del 1500. Alla fine fu costretta alla resa, fatta prigioniera e condotta a Roma. Trascorse gli ultimi anni della sua vita prima in carcere, poi in esilio in Toscana, dopo aver rinunciato a ogni pretesa sui suoi domini.

Giorgio Vasari – Caterina Sforza, 1490-1500 – Firenze, Palazzo Vecchio – Wikipedia, pubblico dominio

Caterina Sforza fu una figura emblematica del passaggio tra Medioevo e Rinascimento.
In un’epoca in cui fiorivano i geni di Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Colombo, lei guidava soldati in battaglia con la stessa audacia con cui sperimentava pozioni e rimedi nel suo laboratorio.

Amata e celebrata già in vita, ispirò odi e canzoni, oggi purtroppo perdute, tranne quelle di Marsilio Compagnon. Era una donna determinata, colta e poliedrica: si dedicava con passione all’erboristeria, alla medicina, alla cosmetica e all’alchimia. Si racconta che fosse anche di straordinaria bellezza e che spendesse tempo e risorse per mantenerla, raccogliendo con cura ricette da tutto il mondo, dai monasteri più remoti all’Oriente misterioso.

Molti di questi rimedi sono giunti fino a noi grazie a un prezioso manoscritto: “Experimenti della excellentissima signora Caterina da Forlì”. In esso si conservano 471 ricette per la cura del corpo e della salute, preparate con l’aiuto degli speziali di corte. Caterina le testava su se stessa, in una ricerca costante di equilibrio tra scienza e bellezza..

Ecco alcune delle sue ricette più curiose e affascinanti:

Per un viso luminoso e senza rossori
Mescolare zucchero, albume d’uovo e acqua di bryonia. Applicare sul viso per lenire scottature e desquamazioni e ottenere una pelle chiara e vellutata, secondo i canoni di bellezza del tempo.

Per far crescere i capelli
Preparare un decotto di malva, trifoglio e prezzemolo, da usare come risciacquo regolare per stimolare la crescita dei capelli.

Per capelli biondi e brillanti
Far bollire foglie e cenere di edera con radice di rabarbaro. Dopo aver lasciato in infusione il tutto per un giorno, avvolgere i capelli in un panno imbevuto della miscela. Il risultato? Capelli “rilucenti come oro”.

Per denti bianchi e gengive sane
Bruciare gambi di rosmarino fino a farli diventare cenere, poi mescolare con foglie di rosmarino per profumarla. Strofinare i denti con questa polvere usando un panno di lino, quindi risciacquare con buon vino per rafforzare denti e gengive.

Per un alito fresco e profumato
Polverizzare scorza di cedro, noce moscata, chiodi di garofano e cannella, impastare con vino e formare piccole palline da assumere prima e dopo i pasti. Il consiglio finale? Evitare cipolla e aglio per alcuni giorni: “et vederai et sentirai miracoli”.


Caterina Sforza resta un personaggio affascinante e ineguagliabile: guerriera, scienziata, madre, stratega e antesignana della cosmesi naturale. In lei si fondono forza e grazia, intelletto e passione, in un’epoca che stava scoprendo la modernità.

.

 

Condividi: