Per secoli, i Nephilim sono rimasti ai margini degli studi biblici, etichettati come figure leggendarie. Ma è davvero solo mitologia? Oppure la Bibbia conserva il ricordo di esseri sovrumani che, in un tempo remoto, camminarono sulla Terra?

Recentemente, alcuni studiosi hanno tentato di reinterpretare questi racconti, ipotizzando un legame tra mito e realtà. Secondo queste teorie, i Nephilim potrebbero essere i superstiti di un’antica civiltà perduta come Atlantide, oppure visitatori extraterrestri scambiati per divinità: i cosiddetti “antichi astronauti”.

La stele di Narâm-Sîn commemora la vittoria del re accadico contro il popolo della Lullubi dei monti Zagros. L’immagine rappresenta un re quasi mitologico, il doppio dei suoi soldati. 2250.C. – Wikipedia, pubblico dominio

La Bibbia ne parla nel libro della Genesi (6,1-4), in cui si legge che i “Figli di Dio” si unirono alle “figlie degli uomini” e da queste unioni nacquero “gli eroi dell’antichità”. In quel tempo, si aggiunge, “c’erano i Nephilim sulla Terra”.

Tradizionalmente, il termine ebraico “Nephilim” è stato tradotto come “giganti”, anche nelle versioni ufficiali della Chiesa. Tuttavia, questa definizione non rende giustizia alla complessità del termine. Alcuni dizionari li descrivono come giganti dotati di forza straordinaria, ma il significato potrebbe essere molto più profondo.

Il testo biblico parla anche dei “Figli degli Dèi” (Benei ha-Elohim), una presunta progenie divina che conviveva con l’umanità primitiva. Secondo alcune interpretazioni, riprese anche nel Libro di Enoch, questi esseri erano angeli caduti.

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Francisco Bayeu y Subías – La caduta dei giganti, 1764 – Museo del Prado – Wikipedia, pubblico dominio

La parola “Elohim”, spesso tradotta come “Dio”, è in realtà un plurale. Alcuni studiosi, come Mauro Biglino, sostengono che questo termine indichi un gruppo di entità fisiche superiori, ma non spirituali: “gli splendenti”. Biglino propone che questi Elohim abbiano creato l’uomo attraverso un intervento genetico, accelerando l’evoluzione dell’Homo Sapiens.

Il termine “nephilim” potrebbe derivare dal verbo ebraico nafàl, “cadere”. Ma su questo punto, gli studiosi sono divisi: alcuni lo interpretano come “caduti dal cielo”, altri come “discesi volontariamente”, mentre un’altra ipotesi lo traduce come “prostrati” o “sottomessi”. Potrebbero quindi essere stati antichi uomini soggiogati da visitatori extraterrestri o sedotti dalla loro superiorità.

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William Blake: Elohim crea Adamo – Wikipedia, pubblico dominio

Molti miti, compreso quello biblico, raccontano di un peccato d’origine che avrebbe deviato l’umanità. Il serpente dell’Eden offre ad Adamo ed Eva la conoscenza, promettendo loro di diventare “come Dio”. Alcuni vedono in questo gesto un dono evolutivo anticipato, simile al fuoco rubato da Prometeo o alla sapienza trasmessa da Enki nella mitologia sumera.

Secondo l’ipotesi di David Icke, una razza aliena rettiliana avrebbe preso il controllo del pianeta infiltrandosi nella società umana per impedirne l’evoluzione spirituale. L’umanità sarebbe quindi prigioniera di una “matrice” percettiva creata per dominarla.

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Michelangelo – Satana, in forma di dracontopode, induce Eva al peccato originale – Cappella Sistina – Wikipedia, pubblico dominio

Il racconto dei Nephilim e dei Figli degli Dèi potrebbe essere più di un mito. Alcuni studiosi vedono in queste antiche narrazioni un’eco di eventi reali: contatti con esseri non umani che avrebbero influenzato lo sviluppo della civiltà.
Che si tratti di interpretazioni simboliche, mitologiche o extraterrestri, la domanda resta: e se la Bibbia fosse la testimonianza antica di una storia molto più complessa di quanto pensiamo?

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