Icona raffigurante l’imperatore Costantino e i vescovi del Primo Concilio di Nicea (325) che recano il Credo Niceno-Costantinopolitano del 381 – Wikipedia, pubblico dominio.

Chiunque è libero di non credere, certo. Ma negare che i primi cristiani venerassero Gesù come Dio fin dalle origini, ben prima dell’epoca di Costantino e del Concilio di Nicea (325 d.C.), significa ignorare un’intera tradizione documentata nei Vangeli canonici, già noti e diffusi entro il I secolo, come ammettono anche le analisi più critiche. La loro eco era talmente forte che, già nei primi decenni del II secolo, persino i pagani ne erano a conoscenza..

Una delle affermazioni più dense di significato teologico è quella in cui Gesù, citando il Salmo 110, parla del “Signore” che siede alla destra di Dio: un titolo divino, kyrios, che sottolinea l’identità sovrana del Messia.
Se passiamo poi al Vangelo di Giovanni, la dichiarazione della divinità di Gesù diventa ancora più esplicita: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio» (Gv 1,1). E ancora: «Prima che Abramo fosse, Io sono» (Gv 8,58), dove Gesù usa la stessa formula con cui Dio si rivelò a Mosè: Ego eimi, “Io sono”.

Dopo la Resurrezione, i discepoli non ebbero dubbi: lo riconobbero come Dio. L’esempio più noto è la confessione dell’apostolo Tommaso, che esclama: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28-29).

Icona raffigurante Gesù Cristo. Monastero di Santa Caterina nel Sinai – Wikipedia, pubblico dominio.

Che i cristiani adorassero Gesù come un Dio era noto anche ai pagani. Nel 112-113 d.C., il governatore romano Plinio il Giovane, nella sua corrispondenza con l’imperatore Traiano, descrive le pratiche dei cristiani in Bitinia. Plinio è colpito dalla loro fedeltà e riferisce che si riuniscono all’alba in giorno fisso per cantare inni a Cristo come a un Dio (carmenque Christo quasi deo dicere, Epistulae, X, 96-97). Questa lettera e la risposta di Traiano sono fonti cruciali per comprendere la realtà cristiana dei primi secoli.

Ma la testimonianza dell’adorazione di Gesù come divinità appare ancor prima, in un enigmatico documento noto come l’Editto di Nazareth, un editto imperiale che punisce con la pena di morte chi viola le tombe. Un fatto insolito per l’epoca, motivato proprio dall’accusa, allora diffusa tra i giudei, che i discepoli avessero sottratto il corpo di Gesù dal sepolcro. È la stessa accusa riportata nel Vangelo di Matteo (28,15), e che si sarebbe conservata “fino ad oggi”, cioè almeno fino al periodo neroniano.

Un altro episodio affascinante risale all’anno 35 d.C.: secondo Tertulliano, l’imperatore Tiberio avrebbe proposto al Senato di riconoscere ufficialmente il culto di Cristo, basandosi su una relazione del governatore Pilato, che da Gerusalemme aveva riferito circa “la verità della divinità di costui”. Il rifiuto del Senato offrì poi a Nerone la giustificazione legale per la persecuzione dei cristiani.

Cristo, Mitra e il sole: la questione dei falsi paralleli

Certe teorie moderne, come quella resa popolare da Dan Brown, secondo cui il Cristianesimo sarebbe una copia del culto di Mitra, dio solare, non reggono ad alcuna analisi storica seria. 

Tauroctonia di Mitra al British Museum di Londra – Wikipedia, pubblico dominio.

Il mitraismo, di origine iranica, si diffuse in Occidente solo a partire dal I secolo d.C., ben dopo l’affermazione dei primi gruppi cristiani. E anche se molti mitrei (luoghi di culto sotterranei) sono stati ritrovati in Europa, il mitraismo fu un rivale del Cristianesimo, non una sua matrice.

Nel mondo romano non mancavano culti solari. In particolare, sotto i Severi e fino a Costantino, il Sole, depurato dalle caratteristiche delle divinità orientali, divenne il simbolo di una nuova tolleranza religiosa. Ma adorare il Sole non significava identificare l’astro con un Dio personale. E anche quando Tertulliano, nell’Apologeticum (II-III secolo), risponde alle accuse dei pagani, ricorda che alcuni, in modo errato, dicevano che i cristiani adoravano il sole. In realtà, questa idea nasceva solo dal fatto che pregavano rivolti a oriente e celebravano con gioia il giorno del Sole, cioè la domenica.

I cristiani non adoravano il sole come divinità, ma utilizzavano immagini solari, come il Cristo sulla quadriga nel sepolcro dei Giulii o il Pantocrator,come simboli della luce divina, del Cristo Sol Iustitiae, il Sole di giustizia profetizzato nell’Antico Testamento.

Persino Costantino, nella sua conversione, compie un passaggio decisivo: da un generico “Dio sommo” (il summus deus delle religioni solari), al riconoscimento dell’unico Dio rivelato in Cristo. Come dirà più tardi nella sua autobiografia, riportata da Eusebio, il Dio dai molti nomi ora ha un volto e un nome: Gesù Cristo.

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