Per i cristiani, la festa della Pentecoste celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli; per gli ebrei, ricorda il giorno solenne in cui Dio consegnò a Mosè le tavole della Legge sul monte Sinai. Due eventi separati da secoli, ma profondamente legati da un filo spirituale che attraversa la storia della fede.
Dopo la risurrezione, Gesù aveva promesso ai suoi discepoli un dono: lo Spirito di Verità, il Consolatore, colui che li avrebbe guidati nella comprensione piena della sua dottrina e li avrebbe sostenuti fino alla fine dei tempi.
E così accadde: pochi giorni dopo l’Ascensione, mentre erano riuniti nel Cenacolo, lo Spirito Santo scese su di loro in modo potente e tangibile. Un vento impetuoso scosse la sala, e lingue di fuoco apparvero sulle teste degli Apostoli. Era il segno della presenza divina: luce, fuoco, amore. In un solo istante, furono colmati di forza e di sapienza.
Fino ad allora, quegli uomini erano stati semplici, incerti, timorosi. Ora si sentivano trasformati. La paura cedette il passo al coraggio. Il silenzio si fece parola. L’ignoranza si mutò in sapienza. Quello fu l’inizio della loro missione: portare al mondo la testimonianza di Gesù risorto, senza più esitazioni.

Miracolo di Pentecoste, Fidelis Schabet, 1867. (Wikipedia – Pubblico dominio)
Il racconto degli Atti degli Apostoli inizia così: “Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo…” Un dettaglio non da poco: quel giorno era già una festa, molto prima di diventare Pentecoste per i cristiani. Nel giudaismo, infatti, la Pentecoste, detta anche “festa delle settimane”, segnava la conclusione della mietitura e offriva a Dio le primizie del grano. Ma già al tempo di Gesù aveva assunto un significato più profondo: commemorava il dono della Legge a Mosè e la stipula dell’alleanza tra Dio e il suo popolo.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Che lo Spirito Santo scenda proprio in quel giorno, non è casuale. È un segno. Come sul Sinai era stata data una legge scritta su pietra, ora veniva donata una legge nuova, viva, spirituale, scritta non su tavole ma nei cuori. È l’inizio della nuova ed eterna alleanza, in cui la legge non si impone dall’esterno, ma nasce dall’intimità del rapporto con Dio.
La Pentecoste ci invita a riflettere. Ci ricorda che la fede non è un obbligo da subire, ma un fuoco da accogliere. Una forza che trasforma. Una luce che guida. E un amore che, come nel Cenacolo, può entrare anche oggi nella nostra vita e cambiarla per sempre.
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