La risurrezione di Gesù è il cuore del cristianesimo. Ma può essere considerata anche un fatto storico o è soltanto una questione di fede?
La domanda è lecita e, da secoli, filosofi, storici e teologi cercano di rispondere. Non esistono “prove” in senso scientifico, ma ci sono indizi storici che meritano attenzione.

Fra Angelico e assistenti, Meditazione sulla passione, 1441-1442 Firenze, Convento di San Marco – Wikipedia, pubblico dominio

      • Qualcosa di sconvolgente è davvero accaduto
        Dopo la morte di Gesù, i suoi discepoli erano delusi, impauriti e in fuga. Eppure, nel giro di pochissimo tempo, li ritroviamo di nuovo a Gerusalemme, pronti a predicare apertamente che Gesù è risorto, a rischio della propria vita.

        La domanda è: cosa ha causato un cambiamento così radicale in persone normali, spaventate e senza potere?
        L’ipotesi della risurrezione, per quanto sorprendente, è quella che spiega meglio questa trasformazione improvvisa e duratura.
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      • Le testimonianze sono antiche e multiple
        Le lettere di Paolo sono tra i testi più antichi del Nuovo Testamento, scritte pochi decenni dopo la morte di Gesù. In 1 Corinzi 15, Paolo elenca una serie di testimoni della risurrezione, alcuni dei quali erano ancora vivi all’epoca in cui scriveva. In pratica, stava dicendo: “Non ci credi? Puoi chiedere a loro.”
        Questo è molto diverso da una leggenda nata dopo secoli. Qui si parla di testimoni diretti, in vita, e di una tradizione trasmessa molto presto, non costruita nel tempo.

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      • Il sepolcro vuoto: un elemento difficile da ignorare
        Tutti i racconti evangelici, pur con differenze nei dettagli, concordano su un punto: il sepolcro era vuoto.

        Alcuni pensano che il corpo sia stato rubato. Ma da chi? I discepoli non sembravano in grado di farlo, né avrebbero avuto motivo di inventarsi una bugia per poi farsi uccidere per sostenerla.
        Le autorità, d’altra parte, avrebbero avuto tutto l’interesse a mostrare il corpo per zittire il movimento.
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      • Nessuna motivazione politica o personale
        Chi avrebbe inventato la risurrezione? Gli stessi discepoli che, per proclamarla, sono stati perseguitati, imprigionati e uccisi? Non avevano niente da guadagnare in termini umani. Nessuna ricchezza, nessun potere, nessun vantaggio sociale.

        Anzi, la loro vita è peggiorata, ma hanno continuato a proclamare quello che avevano visto.

Andrea Mantegna – La risurrezione di Cristo – Galleria dell’Accademia Carrara (Bergamo) – Wikipedia, pubblico dominio


Quindi, la risurrezione è un fatto storico?

Dipende da cosa intendiamo per “storico”.
Non possiamo osservarla in laboratorio o riviverla, ma possiamo dire questo:

      • Il messaggio della risurrezione si è diffuso fin dall’inizio.
      • Ha cambiato profondamente la vita dei testimoni.
      • Ha dato origine a un movimento che ha resistito a persecuzioni e secoli di storia.

Non esiste un’altra spiegazione altrettanto forte e coerente con i dati storici.
Credere che Gesù sia risorto è una scelta di fede, ma credere che qualcosa di straordinario sia davvero successo è una conclusione storica ragionevole.

 

 

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