(revisione ottobre 2025)
Una scoperta straordinaria riapre il capitolo del più grande ritrovamento biblico del XX secolo. Le giare che custodivano i Rotoli del Mar Morto, rinvenute nel 1947 nelle grotte di Qumran, rivelano oggi nuovi segreti sulla comunità essena, il gruppo ebraico che visse in quell’area nel I secolo d.C.

Marcantonio Franceschini – Cristo e la donna di Samaria – Museum of Fine Arts, Houston – Wikipedia, pubblico dominio
Secondo un recente studio condotto da un’équipe italiana guidata dai professori Marcello Fidanzio e Riccardo Lufrani, l’analisi approfondita delle antiche ceramiche di Qumran, in particolare delle grandi giare che contenevano i manoscritti, offre prove suggestive dell’integrazione delle donne nella vita religiosa e sacerdotale della comunità.
Un fatto che risuona con le parole del Vangelo, dove si ricorda che anche Gesù “era assistito da molte donne”, a testimonianza di una partecipazione femminile attiva nella vita spirituale.
Le cosiddette “giare-manoscritto”, alti cilindri di ceramica risalenti tra il II secolo a.C. e il 70 d.C., sono manufatti di straordinaria fattura, concepiti per custodire testi sacri con cura e purezza rituale.
Accanto a esse, gli studiosi hanno esaminato piatti, brocche, vasi e unguentari, oggetti che, secondo l’analisi condotta da Diletta Rigoli e don Bledar Xhuli, teologi della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, rivelano tracce di offerte votive e pratiche liturgiche che suggeriscono la presenza femminile nel culto.
Le ricerche, realizzate nei sotterranei del Museo Rockefeller di Gerusalemme in collaborazione con l’École Biblique et Archéologique Française, sembrano confermare l’intuizione del domenicano Roland de Vaux, il primo a sostenere nel 1959 che Qumran fosse un vero e proprio “monastero esseno”.
Una comunità che, attorno al 150 a.C., si separò da Gerusalemme per opporsi all’ellenizzazione dell’ebraismo, scegliendo una vita di preghiera, lavoro e purezza rituale.
Le grotte, allora, non erano semplici rifugi nel deserto, ma biblioteche sacre: scrigni di testi nascosti per preservare la Parola durante le persecuzioni romane.
Le giare di Qumran, oggi, non raccontano solo la cura con cui gli Esseni proteggevano i loro rotoli, ma anche la presenza silenziosa delle donne, custodi della fede e della parola, partecipi della stessa ricerca di purezza spirituale.
Se confermata, questa scoperta getta una luce nuova sulla concezione del sacro nella comunità essena, restituendoci un’immagine più completa e inclusiva del culto.
Come Gesù nel suo ministero, anche gli Esseni sembrano aver compreso che la fede autentica non conosce barriere di genere, ma si manifesta nella comunione di chi cerca Dio con cuore puro.
Le giare di Qumran, chiuse per secoli nel silenzio della pietra, si rivelano oggi come segni di un’antica armonia spirituale, in cui uomini e donne, insieme, custodivano la Parola e la speranza.
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