LE ZUCCHE DI JEAN ANTON VAN DER BAREN
PRELUDIO DELLA FESTA DI OGNISSANTI

Di Gaetano Barbella

Figura 1: Jan Anton van der Baren – Natura morta con zucche – Wikipedia, pubblico dominio

Jan Anton van der Baren (variazioni sul suo nome di battesimo: ‘Jan Anthonie’, ‘Jan Antonius’, ‘Jean-Antoine’ e ‘Johannes Antonius’) (Bruxelles ?, 1615 – 31 dicembre 1686 o 1 gennaio 1687) era un Paesi Bassi meridionali pittore, disegnatore, sacerdote e curatore di musei, attivo a Bruxelles e Vienna.

A Vienna divenne il curatore della collezione d’arte dell’arciduca nello Stallburg (l’edificio delle stalle). A quel tempo, questa era una delle più vaste collezioni d’arte in Europa.

David Teniers II, che era il curatore della collezione dell’Arciduca a Bruxelles, dipinse la famosa tela L’arciduca Leopoldo Willem nella sua galleria a Bruxelles.

Van der Baren è considerato un pittore dilettante, poiché non praticava la pittura in modo professionale, ma era principalmente un prete e un funzionario di corte.

La maggior parte delle sue nature morte possono essere classificate come ghirlande. Le ghirlande di fiori sono un tipo separato di natura morta, praticata per la prima volta ad Anversa.

« Parlare di natura morta è un controsenso: la natura per sua definizione è infatti viva, ma diventa morta quando la si toglie dal suo habitat (il fiore reciso dalla pianta, la frutta colta dall’albero – ndr). L’artista compie quindi una sfida: ritrae un fiore destinato a morire e così lo rende eterno. La sua bravura consiste nell’ingannarci, facendoci apparire come veri e vivi oggetti inanimati ed esseri morti1. »

Tuttavia l’opera pittorica in esame di questo scritto, “Natura morta con zucche” – 1657 di Jan Anton van der Baren, contraddice in parte il concetto di “natura morta” poiché tutto quel fogliame, che si erge maestoso sulla destra del quadro, è vivo. Come pure quel fiore, e il resto del gambo che è nell’acqua, vive. E paradossalmente la vita è in quei due palazzi come prigioniera poichè non si vede anima viva.

L’artista, per tener fede al concetto di natura morta, ha voluto mettere in rapporto due nature, ma entrambe non rispettano la realtà. Le zucche sono come quei palazzi ed entrambi fanno da prigione alle nature vive, gli umani da un lato, e quel fogliame con quel fiore nel vaso dall’altro lato. Questo è ciò che ha voluto rappresentare Jan Anton van der Baren. Ma non è così la realtà del nostro habitat in una certa misura?

Nondimeno le zucche del dipinto, di natura morta, che celano la natura viva del fogliame, può rappresentare la festa di Halloween che si celebra al primo novembre, la festa di Ognissanti. Un Jack-o’-lantern, cioè la zucca di Halloween, recisa della parte superiore, svuotata e intagliata con una faccia di folletto, all’interno della quale si inserisce una fonte di luce per illuminarne i contorni a rappresentare la natura viva. Ma il giorno dopo si celebra la commemorazione dei defunti e tutto torna alla normalità nell’accettare anche lo scabroso della vita.

In un altra opera pittorica di Jan Anton van der Baren, con “Marina con una ghirlanda di frutta, si delinea l’apoteosi della vita attraverso una finestra a forma esagonale ribassata. La geometria del vano luminoso forma una stella a sei punte, la stella di David, che rappresenta la civiltà e la religiosità ebraica. Ma è anche un meraviglioso segno cristiano della vita, anticipazione della nascita del Redentore, Gesù Cristo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 528, riferisce che “I magi venuti a Betlemme per adorare il re dei Giudei … alla luce messianica della stella di Davide, cercano in Israele colui che sarà il re delle nazioni”2.

Figura 2 : Jan Anton van der Baren, Marina con una ghirlanda di frutta. – Wikipedia, pubblico dominio – L’esagramma della vita prospettiva simbolica della vita in seno alla visione della marina. Wikipedia pubblico dominio

Brescia, 1 novembre 2023

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