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Occhi di donna, tormento e panacea per l’uomo…
,

,Amo i tuoi occhi

Amo i tuoi occhi ed essi, quasi avessero pietà,
sapendo che il tuo cuore mi tortura col tuo sdegno,
si son vestiti a lutto e piangon dolci lacrime,
guardando il mio dolore con tanta compassione.

E per essere sincero, né il primo raggiar del sole
rende migliore il volto diafano dell’aurora,
né la fulgida stella che annuncia la sera
dà parte del suo splendore al fosco tramonto,

quanto quei due occhi a lutto adornino il tuo viso.
Lascia dunque che anche il tuo cuor sia degno
di piangere per me, giacché il lutto ti dà grazia,

e vesti la tua pietà di nero in ogni parte.
Allora giurerò che la vera bellezza è nera,
e che orride son quelle che mancan del tuo colore.

William Shakespeare (Sonetto CXXXII)
Stralcio testo tratto dalla pagina: enzomontano.blogspot
sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura….
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Negli occhi della marchesa de Monceaux

Non sono occhi, sono piuttosto dei:
Hanno potere assoluto sui re.
Di Dio ? No, sono cieli; hanno il colore blu
E il movimento rapido come quello dei cieli.

Cieli? No, ma soli chiaramente radiosi
i cui raggi luminosi oscurano la nostra vista.
soli? No, ma fulmini di potenza sconosciuta,
Fulmini d’amore preannunciano segni;

Perché se fossero dei, farebbero così tanto male?
Se dal cielo avrebbero il loro eguale moto.
Due soli, non possono essere; il sole è unico.
Fulmine? No ; perché questi durano troppo a lungo e troppo chiari
Comunque li nomino, così mi spiego,
Occhi, dei, cieli, soli, fulmini.

Honorat Laugier de Porchère
Stralcio testo tratto dalla pagina: fr.wikipedia.org
rilasciato con licenza
CC BY-SA 3.0
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Image by Stefan Keller from Pixabay

De gli occhi de la mia donna si move un lume…

De gli occhi de la mia donna si move
un lume sì gentil che, dove appare,
si veggion cose ch’uom non pò ritrare
per loro altezza e per lor esser nove:
e de’ suoi razzi sovra ‘l meo cor piove
tanta paura, che mi fa tremare
e dicer: “Qui non voglio mai tornare”;
ma poscia perdo tutte le mie prove:
e tornomi colà dov’io son vinto,
riconfortando gli occhi paurusi,
che sentier prima questo gran valore.
Quando son giunto, lasso!, ed e’ son chiusi;
lo disio che li mena quivi è stinto:
però proveggia a lo mio stato Amore.

Dante Alighieri
Stralcio testo tratto dalla pagina: frasimania.it
sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura….
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