Tra le pieghe più oscure della storia del Regno di Napoli si nasconde una figura tanto poco conosciuta quanto straordinaria: donna Pippa, nata Filippa, una popolana siciliana che dal mestiere di lavandaia fu proiettata, suo malgrado, nel cuore pulsante del potere angioino.

Il Castello Ursino a Catania. Wikipedia, Self-published work by G.dallorto

Una vita che sembrava una favola… finita come una tragedia.

Pippa nacque a Catania, nel pieno del XIII secolo, e fin da giovane lavorò come lavandaia. Ma la sua vita cambiò all’improvviso quando venne scelta come nutrice del piccolo Luigi, figlio di Roberto d’Angiò e Violante d’Aragona, nato nel castello Ursino.

Con tenerezza tutta siciliana, Pippa allevò quel bambino come fosse suo. E quando la casa reale fu costretta a lasciare la Sicilia e a rifugiarsi a Napoli, lei seguì la corte, ormai benvoluta dai sovrani.

Anche dopo la morte prematura del giovane principe, Pippa rimase alla corte angioina, ricompensata con doni, onori e rispetto. Il suo comportamento si affinò, il suo ruolo si consolidò, fino a sposare un siniscalco del regno, dal quale ebbe tre figli. Una donna del popolo diventata dama di corte.

Antoine de Ruffi – Giovanna I di Napoli – Wikipedia, pubblico dominio

Nel 1343, a Napoli salì al trono la giovane Giovanna I d’Angiò, sposa del principe Andrea d’Ungheria.
Il matrimonio era fragile, infelice. Andrea, ambizioso e sgradito a molti, pretese la corona reale a soli ventidue anni, minacciando apertamente gli oppositori. La tensione a corte salì alle stelle.

Giovanna, che intanto intratteneva una relazione con il cugino Luigi, duca di Taranto, non fece nulla per proteggerlo.
Poco dopo, Andrea fu strangolato e gettato da una finestra. Un assassinio brutale, orchestrato nel cuore della notte.

Scoppiò lo scandalo. Il Papa, autorità feudale sul regno, esigette giustizia. Iniziò così una feroce caccia ai congiurati.
Tra i primi nomi emersi, quello di Pippa, ormai diventata confidente della regina.

Fu arrestata, torturata selvaggiamente, e interrogata senza pietà. Le fonti raccontano di tenaglie roventi, usate per strapparle brandelli di carne.
Eppure, non parlò.
Disse solo di aver saputo della congiura, ma di non avervi preso parte.
Che fosse innocente o fedele fino alla fine, Pippa morì tra atroci tormenti, senza mai accusare la regina o altri membri della corte.
Anche uno dei suoi figli e un nipote furono arrestati e bruciati vivi sul rogo.

E mentre Pippa e i suoi venivano stritolati dalla macchina della repressione, i veri assassini di Andrea rimasero impuniti.

Quella di donna Pippa è una storia emblematica: una donna del popolo, salita nei ranghi della corte, travolta dai giochi di potere che non le appartenevano.
Una madre, una serva leale, forse una vittima di intrighi che non poteva comprendere fino in fondo.
Una martire senza tomba, bruciata dalla Storia, ma non dimenticata.

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