Secondo un’antica tradizione della Chiesa, il 23 gennaio si celebra la memoria dello sposalizio tra la Vergine Maria e San Giuseppe, un evento che ha sempre ispirato artisti di ogni epoca nella creazione di capolavori di straordinaria bellezza e profondità spirituale.
![]() Giotto – Lo Sposalizio della Vergine – Cappella degli Scrovegni, Padova – Wikipedia, pubblico dominio |
![]() Perugino – Sposalizio della Vergine (1501-1504) – Wikipedia, pubblico dominio |
![]() Raffaello Sanzio – Sposalizio della Vergine (1504), Pinacoteca di Brera, Milano – Wikipedia, pubblico dominio |
![]() Ludovico Carracci – Lo Sposalizio della Vergine – Collezione P.Pouncey – Wikipedia, pubblico dominio |
![]() Attribuito a Sinibaldo Ibi – Lo Sposalizio della Vergine (dettaglio) – Wikipedia, pubblico dominio |
![]() Luca Signorelli – Lo Sposalizio della Vergine (dettaglio)- Wikipedia, pubblico dominio |
Le radici liturgiche di questa festa sembrano risalire agli inizi del XV secolo, periodo in cui si consolidò la devozione popolare verso questo evento particolare della vita di Maria e Giuseppe.
A partire dal secolo XVI, la celebrazione fu adottata ufficialmente da diversi Ordini religiosi, tra cui i Francescani, i Servi di Maria e i Domenicani, che contribuirono a diffonderne il culto con fervore e dedizione.
Diversi Pontefici hanno sostenuto e promosso questa festa, riconoscendone il valore spirituale e il significato per la comunità cristiana. Tra i suoi più grandi sostenitori si distinse San Gaspare Bertoni, fondatore della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo, comunemente noti come gli “Stimmatini“. Egli fu un apostolo zelante e convinto di questa devozione, impegnandosi a promuoverla con entusiasmo e convinzione.
Tuttavia, con il passare del tempo, la celebrazione dello sposalizio di Maria e Giuseppe subì alcune modifiche nel suo riconoscimento liturgico ufficiale. Nel 1961, la Congregazione dei Riti classificò questa festa tra quelle di “devozione”, stabilendo che potesse essere mantenuta nei calendari liturgici solo per motivi “veramente speciali” o in riferimento a luoghi specifici dove la tradizione era particolarmente radicata. Ciò ha contribuito a limitarne la diffusione, pur lasciando intatto il suo significato spirituale per le comunità che ancora vi fanno riferimento.
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