L’origine della festa dedicata all’amore e alla fertilità affonda le sue radici nell’antica Roma, partendo dal culto di Lupercus Faunus fino ad arrivare a San Valentino.
 

Faustolo trova la lupa con i gemelli – Rubens, Musei Capitolini – Wikipedia, pubblico dominio

Nell’antica lingua osca, parlata dai popoli italici delle valli del Sangro e del Volturno, la parola ruma significava sia “colle” che “seno”, da cui deriva il nome della dea Rumina, protettrice dell’allattamento e degli armenti.
Questa divinità aveva un santuario sulle rive del Tevere, accanto a un fico sacro chiamato ruminale, sotto il quale i pastori portavano offerte di latte in segno di devozione.

Secondo la leggenda, proprio in quel luogo apparve un giorno Fauno Luperco, divinità silvestre e protettore dei pastori, che esigeva tributi di formaggio e ricotta in cambio della sua protezione contro i lupi. Il suo culto si intrecciava con antichi riti di fertilità, culminando nelle celebrazioni dei Lupercalia, una festività che si svolgeva ogni anno a febbraio nella grotta del Palatino, dove – secondo il mito – la lupa aveva allattato Romolo e Remo.

I Luperci, sacerdoti dedicati a Marte, presiedevano i riti, che prevedevano il sacrificio di una capra (simbolo di fertilità) e di un cane (simbolo di purificazione). Con il sangue degli animali venivano battezzati due giovani, mentre i sacerdoti indossavano le pelli delle vittime e correvano per la città frustando con strisce di cuoio le giovani donne, un gesto ritenuto propiziatorio per la fertilità.

Lupa capitolina – Wikipedia, pubblico dominio

Alcuni studiosi ritengono che questa celebrazione avesse origini ancora più remote, risalenti ai Pelasgi, un antico popolo marino. La figura di Lupercus Faunus richiama il dio Pan, signore delle foreste e incarnazione dell’energia primitiva della natura, raffigurato con tratti animaleschi e spesso associato a riti orgiastici e dionisiaci.

Oltre ai rituali nel Lupercale, la festa comprendeva una sorta di “lotteria amorosa”. I nomi delle giovani donne e quelli dei giovani uomini venivano inseriti in due urne separate, e due fanciulli, battezzati con il latte durante la cerimonia, pescavano a caso i bigliettini, formando coppie che avevano un anno di tempo per conoscersi e contribuire alla fertilità della comunità.
Questa antica tradizione sopravvisse fino alla riforma del calendario romano, che subì diverse modifiche: prima con Giulio Cesare e poi con Papa Gelasio, che nel 496 d.C. abolì definitivamente i Lupercalia, sostituendoli con una festa cristiana dedicata all’amore: il giorno di San Valentino.

Ma chi era San Valentino e quale legame ha con la festa degli “uomini-lupo”?
Valentino, vescovo di Terni e patrono della città dal 1644, visse in un’epoca in cui il cristianesimo era ancora perseguitato.

San Valentino battezza santa Lucilla, opera eseguita nel 1575 da Jacopo Bassano, oggi al Museo civico di Bassano del Grappa – Wikipedia, pubblico dominio

La sua fama si diffuse per aver convertito il filosofo romano Cratone e tre suoi discepoli, ma il suo destino fu segnato quando celebrò il matrimonio tra una giovane cristiana, Serapia, e un centurione romano, contravvenendo all’editto dell’imperatore Claudio II, che vietava ai legionari di sposare donne cristiane.

Questo atto di sfida gli costò la vita: Valentino fu arrestato e giustiziato. Successivamente, nel 496 d.C., Papa Gelasio istituì una celebrazione in suo onore, facendo coincidere la data del suo martirio con quella in cui si tenevano i Lupercalia, trasformando così un’antica festa pagana in una celebrazione dell’amore cristiano.

Col passare dei secoli, la figura di San Valentino si è intrecciata con la tradizione medievale anglosassone, secondo cui il 14 febbraio segnava l’inizio della stagione dell’accoppiamento degli uccelli. Da allora, la data è diventata simbolo di amore e unione, dando origine alla moderna festa di San Valentino, celebrata in tutto il mondo come il giorno degli innamorati.

Così, da un rituale di fertilità praticato nella Roma antica alla commemorazione di un vescovo martire, la festa ha attraversato i secoli, trasformandosi in un simbolo universale dell’amore.

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