Nella mitologia greca, i Palici erano due fratelli divini, misteriosi e potenti, nati nel cuore della terra e venerati nella piana di Catania come spiriti protettori delle forze sotterranee e vulcaniche. Figli di Zeus e della ninfa Thalia, erano considerati divinità ctoniche, legate alle profondità del suolo e ai fenomeni termali che ne manifestano la vitalità.
Secondo la leggenda, Thalia, temendo la gelosia di Era, moglie di Zeus, si nascose nelle viscere della terra per dare alla luce i suoi figli. Così, i gemelli nacquero sottoterra, e il loro primo vagito fece ribollire le acque sulfuree del lago Naftia, presso Palagonia, che ancora oggi porta tracce di quella mitica origine.
Quando i due bambini emersero alla luce, la terra stessa si aprì per restituirli al mondo: per questo furono chiamati Palici, dal greco pàlin ikèsthai, “nati due volte”, dalla madre e dalla terra.

Palici (Palici, figli di Giove e Talia), incisione su rame di Johann Theodor de Bry per il “Tractatus posthumus de divinatione & magicis præstigiis” di Jean-Jacques Boissard, Oppenheim, 1615. Biblioteca Nazionale di Spagna – Wikipedia, pubblico dominio
Gli abitanti della regione, stupiti da quell’evento prodigioso, dedicarono ai gemelli un tempio imponente, oggi quasi scomparso, dove si praticavano riti, oracoli e giuramenti. I Palici erano infatti divinità della giustizia e della verità: chi osava giurare il falso nel loro santuario rischiava la cecità o la morte, punizioni temute a tal punto da rendere il luogo sacro inviolabile. Da questa credenza nacque un modo di dire popolare, ancora vivo nella memoria siciliana: “Orba di tutti i du occhi” oppure “Privu di la vista di l’occhi”, un giuramento che invoca la cecità come pena per chi mente.
Il santuario dei Palici era anche rifugio per gli schiavi fuggitivi: chi riusciva a raggiungere il loro recinto sacro era considerato salvo. Nessun padrone osava violare il giuramento pronunciato davanti agli dei, e spesso, grazie a questa protezione, gli schiavi ottenevano condizioni di vita più umane.
Tanto grande era il rispetto per i gemelli della terra che anche Ovidio e Virgilio ne menzionano il culto, testimoniando quanto fosse radicato nella cultura dell’antica Sicilia.
I Palici rappresentano il legame profondo tra uomo, natura e giustizia. Nati dal ventre della terra, uniscono in sé la forza creatrice e distruttrice del vulcano: il fuoco che purifica, il calore che genera vita.
La loro doppia nascita, divina e terrestre, richiama il mistero della rinascita spirituale, dell’equilibrio tra il visibile e l’invisibile.
Nel culto dei Palici, il rispetto per la verità e la protezione dei deboli si intrecciano con il potere ancestrale della Sicilia arcaica, terra di lava, di oracoli e di giuramenti sacri che ancora oggi riecheggiano come un ammonimento senza tempo.
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