Gli amori di Giove e Giunone, dipinto di Annibale Carracci, conservato a Roma, Galleria Farnese. – Wikipedia, pubblico dominio

Hera Campana (Wikipedia – Pubblico dominio)

Era (o Hera), figlia di Crono e Rea, fu la sorella e allo stesso tempo la seconda moglie di Zeus. Prima di sposarlo, la dea perseguitò con ostinazione Leto, la sua prima consorte.

Il loro rapporto, complesso e tormentato, rispecchiava il carattere indomito e la gelosia di Era, che sopportava con stoicismo le innumerevoli infedeltà del marito-fratello. Proprio per questa sua tenacia, Era divenne la protettrice del matrimonio, simbolo di devozione coniugale.

La conquista di Era da parte di Zeus è narrata in modo singolare. Per attirare la sua attenzione, Zeus scatenò un violento temporale e si trasformò in un cuculo bagnato e tremante.
Era, intenerita dalla vista del piccolo uccello, lo prese tra le mani per scaldarlo. Fu in quel momento che Zeus riprese le sue sembianze divine e riuscì a sedurla.

Era era spesso identificata con Giunone nella mitologia romana ed era venerata come dea protettrice del matrimonio.
Tra i figli che ebbe con Zeus si ricordano Ares, dio della guerra; Efesto, dio del fuoco e della metallurgia; Ebe, dea della giovinezza; e Ilizia, protettrice del parto.

Moglie fedele e incredibilmente gelosa, Era era famosa per la sua implacabile vendetta contro le amanti di Zeus e i loro figli.
Uno degli episodi più celebri riguarda la sua ostilità verso Paride, il principe troiano che aveva preferito Afrodite a lei in una gara di bellezza. Per vendicarsi, Era sostenne i Greci durante la guerra di Troia, contribuendo alla distruzione della città.

Bernard Picart – Issione nel Tartaro – Wikipedia, pubblico dominio

Un’altra leggenda racconta di Issione, re dei Lapiti, che osò corteggiare Era durante un banchetto. Zeus, per smascherarlo, creò una nube con le sembianze della dea. Quando Issione cadde nel tranello, Zeus lo punì legandolo a una ruota infuocata che girava senza sosta nel Tartaro. Da quella nube nacquero i Centauri, creature metà uomo e metà cavallo, per ricordare il tradimento.

Ercole fanciullo che strozza un serpente mandato da Giunone per ucciderlo. Marmo, creazione romana del II sec. d.C. – Wikipedia, pubblico dominio

L’Olimpo tremava per le furiose liti tra Zeus ed Era, e guai a chi si intrometteva! Quando Zeus ebbe un figlio con Alcmena, la regina di Tebe, Era cercò subito di eliminarlo.
Il piccolo Ercole fu attaccato nella culla da due serpenti inviati dalla dea, ma li uccise con le sue mani. Non soddisfatta, Era lo costrinse a servire il re Euristeo, sperando che morisse affrontando le dodici famose fatiche.

Anche Io, una giovane principessa amata da Zeus, subì la vendetta di Era.
Zeus, per proteggerla, la trasformò in una giovenca, ma la dea, insospettita, chiese la giovenca in dono e la mise sotto la custodia di Argo, un gigante dai cento occhi. Zeus incaricò allora Ermes di uccidere il custode, e dopo la sua morte, Era punì Io facendola perseguitare da un tafano, costringendola a vagare fino in Egitto, dove finalmente Zeus la restituì alla sua forma umana.

Nonostante le infedeltà di Zeus, Era rimase sempre fedele, diventando il simbolo della sacralità del matrimonio. Tuttavia, la sua gelosia e il suo carattere vendicativo lasciarono un segno indelebile nelle leggende, rendendola una delle figure più complesse e affascinanti della mitologia greca.

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