(revisione settembre 2025)

Tra le vette delle Alpi cuneesi, poche sono celebri quanto la Besimauda, conosciuta da tutti come Bisalta. Con la sua mole imponente domina la città di Cuneo, distinguendosi per la caratteristica cima bifida, che da sempre alimenta racconti e leggende.

Cuneo e la Bisalta – Wikipedia, foto di Nem80, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Si narra che, in tempi antichi, la montagna avesse un’unica punta aguzza. Tutto cambiò in una notte d’estate. Un montanaro, reduce da una lunga giornata al mercato, rientrava al suo villaggio dopo aver festeggiato in osteria la vendita del formaggio. Il vino, però, rendeva il suo passo sempre più incerto. Quando la luna si nascose dietro la sagoma della Bisalta, l’uomo non riuscì più a orientarsi.

Fu allora che comparve il diavolo, offrendogli un patto: un raggio di chiaro di luna in cambio della sua anima.
Stanco e disperato, il montanaro accettò. Mentre un esercito di demoni staccava dalla montagna un’enorme fetta di roccia per liberare il disco lunare, il Maligno preparò il contratto. Ma quando fu il momento della firma, l’unico segno che l’uomo seppe tracciare fu una croce. Un marchio che, agli occhi degli inferi, rese nullo l’accordo.

Così l’anima del pover’uomo fu salva, mentre il diavolo fuggì urlando di rabbia. L’unica vittima del patto spezzato fu la montagna, che da quella notte porta inciso il segno della sconfitta infernale: le sue due cime gemelle.

Non c’è da stupirsi che attorno alla Bisalta aleggi ancora oggi un’aura di mistero. Le sue rocce, infatti, sembrano attrarre i fulmini, che d’estate si abbattono spesso sui suoi pendii. Celebre, e tragica, la vicenda del luglio 1960, quando un fulmine colpì la croce della Costa Rossa, a 2404 metri di quota, durante una cerimonia religiosa: tre giovani e una bambina, rifugiatisi accanto al simbolo sacro, persero la vita.

Racconti enigmatici continuano a intrecciarsi alla sua storia. Nel XIX secolo, gli abitanti di Villanova Mondovì diretti in Francia per la raccolta del legname narravano di aver incontrato in quota strani bambini dalla pelle lattea, quasi albina, resi quasi ciechi dalla luce del sole e spaventati al punto da fuggire al passaggio dei viandanti.

E ancora, nell’autunno del 1975, a mezzogiorno, tre esplosioni scossero il cielo sopra la Bisalta, seguite da altrettanti lampi ben visibili da Prato Nevoso. Si temette la caduta di un aereo, ma quando le squadre di soccorso tentarono di salire trovarono i sentieri bloccati da elicotteri militari. Il Ministero della Difesa, in seguito, parlò vagamente di missili lanciati da una nave della Marina.

Montagna sacra, montagna di misteri, la Bisalta continua a vegliare su Cuneo con le sue due cime, come un’antica sentinella che custodisce segreti troppo grandi per essere svelati del tutto.

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