
I Boreadi alati (sinistro e destro) che salvano Fineo (seduto) dalle Arpie. Lato A da un cratere a colonna attico a figure rosse, ca. 460 a.C. Da Altamura. – Museo del Louvre, Parigi – Wikipedia, pubblico dominio.
Nella mitologia greca, Zete e Calaide erano gemelli, figli di Borea, il dio del vento del nord, e di Orizia. Alla maturità, i due fratelli svilupparono ali che li rendevano capaci di volare.
Dalla stessa unione nacquero anche due sorelle: Chione, madre di Eumolpo avuto da Poseidone, e Cleopatra, sposa del re Fineo, vittima delle persecuzioni delle Arpie.
Zete e Calaide presero parte alla celebre spedizione degli Argonauti, guidata da Giasone alla conquista del Vello d’oro.

Sebastiano Ricci – Fineo e i figli di Borea – Museum of Fine Arts, Boston – Wikipedia, pubblico dominio.
Durante il viaggio, quando la nave Argo fece tappa in Tracia, nella città di Sarmidesso, gli Argonauti furono accolti da Fineo, un veggente tormentato dalle Arpie. Questi mostri alati gli rubavano il cibo e insozzavano quanto rimaneva.
Fu allora che Zete e Calaide, grazie alla loro natura alata, inseguirono le Arpie durante un banchetto organizzato come esca. Le creature furono cacciate via e, secondo alcune versioni, raggiunsero le isole Strofadi, dove furono risparmiate per intervento della dea Iride, che promise che non avrebbero più tormentato Fineo.
I due fratelli presero poi parte ai giochi funebri in onore di Pelia, distinguendosi nelle gare di corsa. Tuttavia, la loro sorte fu tragica: Eracle li uccise, poiché non aveva mai perdonato loro di aver consigliato agli Argonauti di proseguire il viaggio senza di lui, quando si era attardato nella ricerca del giovane Ila.
Sul luogo della loro morte, nell’isola di Teno, furono innalzate due stele che, secondo la leggenda, vibravano ogni volta che soffiava il vento del nord, il respiro del loro padre Borea.
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