Narra la leggenda che Zeto e Anfione fossero i figli gemelli di Antiope e di Zeus. La loro infanzia trascorse ai piedi del monte Citerone, tra le greggi e i venti dell’Attica, allevati da umili pastori.
Sin da piccoli, i due fratelli mostrarono nature profondamente diverse:

    • Zeto, dalla forza straordinaria, amava la caccia e le fatiche del corpo; aveva modi ruvidi, spirito pratico e un temperamento quasi selvaggio.
    • Anfione, al contrario, era mite e sensibile: preferiva il canto al fragore delle armi, e passava le giornate a suonare la cetra, tra melodie che incantavano uomini e animali.

Julius Troschel – Zeto e Anfione – Nuova Pinacoteca di Monaco di Baviera – Wikipedia, User: Rufus46, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Quando la madre rivelò loro le sofferenze subite a causa di Lico e di sua moglie Dirce, i gemelli furono travolti dall’ira.
Lasciarono il monte e si diressero a Tebe, decisi a vendicare l’onore materno.
Giunti in città, uccisero Lico e catturarono Dirce, legandola alle corna di un toro infuriato. L’animale, lanciato al galoppo, la trascinò fino a un fiume dove trovò la morte. Così, la crudeltà fu punita e la giustizia degli dèi parve compiersi..

Anfione e Zeto legano la loro zia Dirce ad un toro furioso. Affresco romano dalla Casa dei Vettii, a Pompei. – Wikipedia, pubblico dominio.

Dopo la vendetta, Zeto e Anfione presero possesso del trono di Tebe. Fu allora che decisero di cingere la città con solide mura.
Zeto, con la sua forza erculea, sollevava e trasportava enormi massi; ma Anfione, con la sola musica della lira, faceva muovere le pietre da sé: esse, rapite dal suono, si disponevano docilmente al loro posto, come danzando.
Quando la cinta muraria fu completata, i due fratelli vi aprirono sette porte, come sette erano le corde della lira. Ogni porta fu affiancata da due torri robuste, simbolo dell’unione delle loro forze: la potenza e l’armonia.

La leggenda narra che, alla loro morte, Zeto e Anfione furono sepolti insieme, uniti come lo erano stati in vita. Sulla loro tomba sorse un tempio, e i Tebani iniziarono a venerarli come i Diòscuri della Beozia, divini gemelli protettori della città.

Così, la memoria dei figli di Zeus sopravvisse nei secoli: due nature opposte, la forza e la musica, fuse in un unico destino, custodi eterni delle mura di Tebe.

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