Nella mitologia greca, Borea era la divinità che personificava il vento del Nord. Non si trattava solo di un dio, ma della rappresentazione stessa di questo elemento naturale invisibile e impetuoso.
Figlio della dea dell’Aurora, Eos, e del titano Astreo, Borea era fratello degli altri venti: Zefiro (vento dell’Ovest), Noto (Sud) e Apeliote (Est). Nella mitologia romana, il suo equivalente era noto con il nome di Aquilone.
Nell’arte classica, Borea è raffigurato come un uomo anziano dal volto severo, con una folta barba bianca e lunghi capelli mossi dal vento, spesso ritratto nell’atto di soffiare. A volte viene mostrato con due volti, come a voler rappresentare la sua natura mutevole e onnipresente, oppure dotato di ali sulle spalle o ai piedi, a simboleggiare la rapidità del vento.
Secondo la leggenda, Borea si innamorò perdutamente di Orizia, figlia del re ateniese Eretteo. Di fronte al rifiuto della fanciulla, decise di rapirla e di portarla nella Tracia, dove la rese sua sposa.

Borea e Orizia, incisione del pittore e illustratore tedesco Heinrich Lossow (1840-1897) – Wikipedia, pubblico dominio
Da questa unione nacquero due figli, Zete e Calaide, celebri per aver partecipato alla spedizione degli Argonauti alla ricerca del Vello d’oro, e due figlie, Chione (dea della neve) e Cleopatra.
Un altro episodio leggendario riguarda il ruolo di Borea nella difesa di Atene. Durante la battaglia navale di Capo Artemisio, contro l’invasione persiana di Serse, Borea si schierò dalla parte degli ateniesi: secondo il mito, soffiò con violenza contro la flotta persiana, contribuendo alla sua distruzione. In segno di gratitudine, gli ateniesi istituirono una festa in suo onore, chiamata Boreasmi.
Borea compare già nei poemi omerici. Nell’Iliade (Libro XXIII, vv. 279 e seguenti), Achille invoca Borea e Zefiro affinché soffino sul rogo funebre di Patroclo:
Ma il Pelíde te, Borea, e te, sonoro
Zefiro, prega di soffiar nel rogo280
Su cui giace di Pátroclo la spoglia…

Rosa dei Venti – Herodot(1837) p2.229 – Wikipedia, pubblico dominio
Borea viene anche rappresentato nella rosa dei venti descritta da Aristotele, dove occupa la posizione nord, simbolo di forza e rigore.




