Rea, incinta di Zeus, per schivare Crono fuggì a Creta e qui partorì segretamente. Poi, avvolgendo un masso con panni, lo diede a Crono perchè lo divorasse. Egli lo inghiottì senza accorgersi dell’inganno.
Nel frattempo il piccolo Zeus era stato portato in una caverna del monte Ida nell’isola di Creta e affidato alle cure della ninfa Amaltea che possedeva una capra che aveva due capretti la quale costituiva l’orgoglio del suo popolo per le superbe corna ricurve all’indietro e per le mammelle ricche di latte, degne di allattare il grande Zeus.
Un giorno la capra si spezzò un corno urtando contro un albero perdendo metà della sua bellezza. Il corno fu raccolto da Amaltea che lo ricolmò di frutta ed erbe e lo donò a Zeus.
Zeus, una volta diventato il re degli dei, pose Amaltea fra le costellazioni e rese fecondo il corno che ancor oggi porta il suo nome, cornucopia (dal latino “cornu=corno” e “copia = abbondanza”).
Anche l’ape Panacride nutriva Zeus dandogli il miele ed un’aquila gli portava ogni giorno il nettare dell’immortalità.
I pianti del neonato dio erano coperti dai Cureti che battevano il ferro per impedire ad alcuno di sentire i suoi vagiti.
Stralcio testo tratto dalla pagina: terralab.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…
.